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mercoledì 12 dicembre 2012


Il Mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huangdi

Sono molti i grandi uomini del passato che hanno avuto dopo la morte una tomba all’altezza del loro potere. Sia che fossero buoni governanti, amati e adorati quasi come divinità o terribili despoti, temuti e odiati. Ovunque essi regnassero, hanno avuto il modo di esprimere anche dopo la morte il loro potere e soprattutto di essere ricordati dalle generazioni future. Un tentativo di vivere oltre la morte e di lasciare un segno indelebile non solo nella storia, ma anche sul territorio con opere architettoniche maestose. I casi più conosciuti ed eclatanti sono la piramide del faraone Cheope nella valle di Giza; il mausoleo dell’imperatore Augusto a Roma; il mausoleo del satrapo Mausolo ad Alicarnasso; la tomba di Filippo II di macedonia a Verghina; la tomba di Agamennone a Micene ed il mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huangdi a Lintong.

Il mausoleo dell’imperatore Shi Huangdi, è stato scoperto negli anni ’70 del Novecento, esso si trova a Lintong in Cina, al di sotto di un tumolo di 50 m., circondato da due cinte murarie, per un’estensione di 57 km quadrati. (2) La tomba non è stata ancora scavata, ma lo storico Sima Qian (I sec a.C.) nelle “Memorie di uno storico” ci ha lasciato una descrizione dettagliata del suo aspetto. 
 Doveva consistere in un grande palazzo reale, con il soffitto decorato con la volta celeste, invece sul pavimento era stata dipinta la terra, il suo Impero. Inoltre era stato costruito un elaborato marchingegno che riproduceva lo scorrimento dei fiumi Giallo, Yangtze e dell’Oceano.
 Nella camera mortuaria insieme al corpo dell’imperatore erano stati disposti oggetti preziosi e modellini di palazzi ed edifici pubblici, successivamente trafugati dall’esercito di Xiang Yu.

 Per costruire questa tomba ci volle il lavoro di 700.000 uomini per quarant’anni; inoltre lo storico ci fa sapere che tutti gli artigiani che avevano realizzato il marchingegno erano stati sepolti ancora vivi, per non svelare i segreti del sepolcro. 

 L’area del mausoleo riproduce la pianta di una città imperiale: nella parte centrale si estende il tumulo (città proibita), dove solo l’imperatore può entrare; l’area è circondata da mura perimetrali; ulteriori mura che cingevano la città proibita; quest’ultima suddivisa da un muro nella parte meridionale consistente nel tumulo e nella parte settentrionale che ospitava la sala dello spirito, dove erano stati conservati la corona e i vestiti dell’imperatore; infine altri edifici dovevano esistere nell’area attorno al mausoleo.


Nel 1980 a 20 km ad ovest della collina è stata ritrovata un’altra grande fossa di 3025 km2 , al cui interno sono state rinvenute due splendide quadrighe in bronzo. “Il carro alto” è la quadriga più piccola, per la maggioranza in bronzo con particolari in oro e argento, è stata trovata insieme ad un auriga e a quattro cavalli anch’essi in bronzo, che in origine erano di color bianco. Era un carro su cui si viaggiava in piedi, probabilmente usato per percorrere brevi tratti, coperto da un ombrello in grado di coprire tutto il carro, compresa l’auriga.

“Il carro della tranquillità” è più grande rispetto a quello precedentemente menzionato, è costituito da una sorta di abitacolo, nel quale si poteva viaggiare comodamente seduti. È guidato da quattro cavalli in bronzo, anch’essi bianchi in origine. I pannelli dell’abitacolo del carro sono decorati minuziosamente con temi floreali e geometrici, quasi a voler imitare la tappezzeria. 
 Probabilmente tali carri per la loro ricchezza di materiali e di decorazioni e per la cura con cui sono stati realizzati erano utilizzati dalla famiglia imperiali, naturalmente in dimensioni più grandi, perché questi sono solo piccoli modelli ad imitazione di quelli reali.

Ad ovest della tomba sono state scavate 31 fosse di piccole dimensioni, in alcune delle quali sono state trovate delle bare in terracotta ripiene all’interno di modellini di animali e piccole statue che rappresentano figure umane inginocchiate. Probabilmente si volevano riprodurre i terreni imperiali, gli animali che vi vivevano e le persone che si occupavano della manutenzione delle terre e della cura degli animali.

 Ad est del mausoleo a circa 350 m. sono state rinvenute altre fosse, in ogni fossa è stato tumulato un cavallo, alcuni cavalli avevano una piccola statua rappresentante un uomo inginocchiato vicino alla testa; mentre altre fosse custodivano solo le statuette. Gli studiosi hanno dedotto che i cavalli erano quelli imperiali e le statue rappresentavano coloro che se ne occupavano.


 Fonte: Antika

Dire Straits - Brothers in Arms

La nascita della prima stella alpina

Una volta tanto tempo fa una montagna malata di solitudine piangeva in silenzio. Tutti la guardavano stupiti: gli abeti, i faggi, le querce, le pervinche e i rododendri. Nessuna pianta però poteva farci niente, poiché era legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce. Se ne accorsero anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate via per giocare a rimpiattino tra i rami dei pini più alti. Una di loro ebbe pietà di quel pianto senza speranza e scese guizzando dal cielo. Scivolò tra le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò stancamente sull'orlo di un precipizio. 
Brrr!!! Che freddo faceva! ...Che pazza era stata a lasciare la quiete tranquilla del cielo! Il gelo l'avrebbe certamente uccisa. Ma la montagna corse ai ripari, grata per quella prova di amicizia data col cuore. Avvolse la stella con le sue mani di roccia in una morbida peluria bianca. Quindi la strinse, legandola a sé con radici tenaci. 
E quando l'alba spuntò, era nata la prima stella alpina...

Consigli per gli acquisti ?


Natale è alle porte e siete già in panico per i regali? Vi sembra di essere banali orientandovi sulla solita cravatta per papà e il banale profumo per mamma? Quest'anno avreste l'occasione di stupirli entrambi, portafogli permettendo.
Dieci flaconi da 500 ml di un profumo veramente speciale sono in vendita presso i magazzini londinesi Harrod's (nel numero di 5) e presso Bergdorf Goodman a New York (gli altri 5…). 

Si tratta di "Maestà imperiale" del designer Clive Christian, proprietario dal 1999 della storica Profumeria della Corona che profuma i reali inglesi dal 1872: la confezione in cristallo è decorata con un diamante da 5 carati e con un collare d'oro.
 Per il piacere di papà, l'eccezionale profumo verrà consegnato a domicilio a bordo di una Bentley.
 Costo: 168 mila euro. Ehm… affrettatevi.

La mandragola una stranissima pianta

Mandragora o Mandragola è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Solanacee Le loro radici sono caratterizzate da una peculiare biforcazione che ricorda la figura umana (maschile e femminile); insieme alle proprietà anestetiche della pianta, questo fatto ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari.



















La mandragola costituì uno degli ingredienti principali per la maggior parte delle pozioni mitologiche e leggendarie.
Innanzitutto il nome, probabilmente di derivazione persiana (mehregiah), le è stato assegnato dal medico greco Ippocrate. Nell'antichità le venivano accreditate virtù afrodisiache.
Era utilizzata anche per curare la sterilità.
Alla mandragora venivano nel Medioevo attribuite qualità magiche e non è un caso se era inclusa nella preparazione di varie pozioni. È raffigurata in alcuni testi di alchimia con le sembianze di un uomo o un bambino, per l'aspetto antropomorfo che assume la sua radice in primavera.
Da ciò ne è derivata la leggenda del pianto della mandragola ritenuto in grado di uccidere un uomo. Veniva considerata una creatura a metà del regno vegetale e animale, come il meno noto agnello vegetale di Tartaria.
Nel 1615, in alcuni trattati sulla licantropia, tra i quali quello di Njanaud, appariva l'informazione dell'uso di un magico unguento a base di mandragora che permetteva la trasformazione in animali. Secondo le credenze popolari, le mandragore nascevano dallo sperma emesso dagli impiccati in punto di morte.
La mandragola può essere ricondotta ad alcune usanze Voodoo nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose bambole di cera.
È considerata una pianta magica anche dalla Wicca moderna, in particolare nei giorni di plenilunio. La pianta della mandragola viene pure ricordata nell'omonima rappresentazione teatrale di Niccolò Machiavelli.

Il significato delle pietre preziose

Fin dall’antichità le pietre preziose hanno rappresentano molto di più del loro aspetto esteriore per il loro significato fortemente simbolico. In tutte le culture il nome e il significato delle gemme hanno un senso che va al di là del puro valore estetico. Si tratta di pietre spesso rare e pregiate, non certo alla portata di tutti e che anzi erano simbolo di potere e di forza. Reali e principi di ogni cultura li ha sfoggiati per secoli e anche oggi il dono di un gioiello è qualcosa che va oltre il puro gesto. Donare un anello al proprio amore per esempio è un modo per esprimere i propri sentimenti: vediamo quali sono i significati delle pietre preziose.

 Il diamante

Il significato del diamante si può far risalire all’origine stessa del nome, dal greco “adamai” non domabile, quindi forza indomabile.
 Per le sue caratteristiche è la pietra più ambita e desiderata: trasparente, luminoso, durissimo, puro e immutabile è considerato fin dall’antichità la pietra talismano per eccellenza, appannaggio dei principi e dei potenti. Leggende di varie parti del mondo legano la nascita stessa del diamante agli dei, che siano le lacrime delle divinità piovute dal cielo o il segno dell’intervento divino, in grado secondo le leggende di trascinare Lucifero negli inferi.
 Per la sua forza e incorruttibilità il diamante è la pietra della solidità e della perfezione, dai grandi poteri anche terapeutici. 
Secondo la medicina Ayurvedica conterrebbe i cinque elementi in perfetto equilibrio, mentre per la cristalloterapia sarebbe un aiuto per i disturbi sensoriali, del sistema nervoso e per le paure e la depressione. 
Secondo alcune leggende dell’Europa occidentale sarebbe in grado di tenere a bada tutte le presenze oscure della notte, dagli animali agli spiriti, mentre tradizioni di diversi popoli lo indicano come un potente talismano contro i veleni, utile per la disintossicazione. Non solo. Alcune credenze parlano di un potere di assorbimento e amplificazione dei pensieri in chi lo possedeva, grazie al richiamo della forza e della potenza nei confronti di altre pietre preziose. Anche oggi il significato del diamante è legato alla forza e alla durezza, oltre alla perfezione e alla bellezza: donare un diamante è simbolo di un legame eterno, infrangibile e splendido, come la pietra. 

 Il rubino


Anche il significato del rubino si lega all’origine del nome, dal latino “rubeus”, rosso, anche se gli antichi lo chiamavano “carbonchio” per la sua somiglianza nel colore ai tizzoni di carbone ardente.
 Per la tonalità calda e ardente viene identificata come la pietra del Sole, che dona forza, energia e vitalità: un vero amuleto visto che il rubino fin dall’antichità viene assimilato al successo nel campo commerciale e degli affari.
 Il colore rosso del rubino è anche visto come segno dell’amore ardente, della passione senza fine: secondo gli Indù ad esempio, il rosso della pietra dipenderebbe dal fuoco continuo che brucia all’interno della gemma.
 È anche considerato emblema di felicità, in grado di riconciliare dalle liti e di proteggere dai pericoli dell’acqua.
 Secondo le medicine antiche sarebbe anche efficace per la circolazione e per questo un ottimo rimedio contro le emorragie e nei processi infiammatori.
 Le leggende indicano il rubino come talismano in grado di proteggere non solo il suo possessore ma anche i suoi beni come la casa o i campi.
 L’antico significato del rubino come pietra della passione è rimasto fino ai giorni nostri: regalare un rubino è simbolo di un amore ardente, passionale, che brucia in eterno.

 Lo smeraldo

Lo smeraldo deve il significato del suo nome dal termine greco “smaragdos”, pietra verde. Anche il questo caso è il colore che lega la pietra al suo significato. 
Fin dai tempi più remoti, a iniziare dall’Antico Egitto, era ritenuta la pietra della saggezza e della conoscenza segreta, in grado di rivelare il futuro e di proteggere da incantesimi e sortilegi. Anche per questo si credeva che fosse in grado di migliorare la vista: si narra che Nerone guardasse i giochi all’interno del Colosseo tramite una lente verde di smeraldo e secondo Plinio, era sufficiente fissare uno smeraldo perché gli occhi affaticati fossero freschi e riposati.
 Gli smeraldi erano molto apprezzati anche dagli Egizi per cui il colore verde era simbolo della rinascita, della primavera; anche in India circolavano credenze sull’uso dello smeraldo. Qui si credeva che indossare un anello con smeraldo sul dito medio aiutasse a sviluppare la memoria e l’eloquenza. Anche in Occidente era ritenuto un amuleto molto potente e si diceva che aiutasse le partorienti. 

 Lo zaffiro


Anche il significato di questa pietra deve molto alle origini del nome, dal greco “sappheiros”, azzurro, parola che a sua volta dovrebbe derivare dal sanscrito “sani”, anche se si parla di una derivazione dall’ebraico “sappir” cioè “la cosa più bella”.
 Il colore azzurro è stato per lungo tempo associato alla pace e alla felicità ed è legato al mondo dell’introspezione, dell’intuizione e dello spirituale. 
In questo senso si legge anche il significato che la religione cattolica ha dato fin dalle origini allo zaffiro in quanto legato al colore del mantello della Madonna.
 Stessa importanza religiosa anche per il buddismo che lo indica come la pietra della preghiera e dell’elevazione dello spirito. Per questo valore si ritiene che lo zaffiro sia un talismano in grado di respingere le disgrazie tanto che Carlo Magno lo scelse per il suo ciondolo d’oro contenente un pezzo della vera Croce di Cristo: oggi il prezioso gioiello è conservato nella cattedrale di Reims, in Francia.
 Per il suo significato di purezza e fedeltà, è adatto a una persona fedele ed è per questo che viene scelto spesso come anello di fidanzamento.

WAUUUUUU! CHE BEL PEZZO DI ...RENNA

I GRAFFITI DELLE GROTTE DELL'ADDAURA A PALERMO

La grotta dell'Addaura è un complesso di tre grotte naturali poste sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino a Palermo, in Sicilia.
L'importanza del complesso è determinata dalla presenza di incisioni rupestri databili fra l'Epigravettiano finale e il Mesolitico. Sul fianco del Monte Pellegrino, che domina Palermo, si aprono alcune grotte e cavità nelle quali sono state ritrovate ossa e strumenti utilizzati per la caccia che attestano la presenza dell'uomo, che le ha abitate, a partire dal Paleolitico e nel Mesolitico.
I reperti adesso sono conservati nel Museo Archeologico di Palermo. La loro importanza tuttavia è dovuta soprattutto alla presenza di uno straordinario complesso di incisioni rupestri che ornano le pareti e che costituiscono un caso unico nel panorama dell'arte rupestre preistorica.

Storia :
Il ritrovamento dei graffiti dell'Addaura è recente ed è stato del tutto casuale. Le tre grotte che costituiscono il complesso dell'Addaura erano già state studiate dai paletnologi dato che in esse era stato ritrovato lo scheletro di un elefante nano.
Fu dopo lo sbarco in Sicilia e l'arrivo a Palermo nel 1943 che gli alleati, in cerca di un sito idoneo, avevano destinato le grotte a deposito di munizioni ed esplosivi.
Lo scoppio accidentale dell'arsenale a fine guerra provocò lo sgretolamento delle pareti della grotta principale e il crollo di un diaframma di roccia portando alla luce i graffiti fino ad allora coperti dalla patina del tempo. I graffiti vennero studiati accuratamente dalla professoressa Jole Bovio Marconi i cui studi furono pubblicati nel 1953.
Dal 1997 le grotte dell'Addaura non sono più visitabili; il sito è stato chiuso per il pericolo di caduta massi data l'instabilità del costone roccioso.
Fin'oggi non sono state messe in opera le opportune misure di consolidamento.
Le incisioni rupestri: In una delle grotte si trova un vasto e ricco complesso d'incisioni, databili fra l'Epigravettiano finale e il Mesolitico, raffiguranti uomini ed animali. In mezzo ad una moltitudine di bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata dalla presenza di figure umane: un gruppo di personaggi, disposti in circolo, circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all'indietro.
È proprio sull'identità di questi due personaggi e sul significato della loro posizione all'interno del gruppo che sono state avanzate le ipotesi più contrastanti.
Secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati colti nell'atto d'effettuare giochi che richiedono una particolare abilità.
Secondo altri è stata descritta la scena di un rito, che prevedeva il sacrificio di due persone guidato da uno sciamano.
Per suffragare quest'interpretazione è stata messa in evidenza la presenza, intorno al collo e ai fianchi dei personaggi, di corde che costringono il corpo ad un innaturale e doloroso inarcamento.
Si tratta forse di un rito che prevede l'auto strangolamento, cosa che peraltro è attestata in altre culture. Se si volesse seguire questa spiegazione, si dovranno leggere le due figure mascherate, che circondano i due personaggi sacrificati, come sciamani che assistono ad una cerimonia d'iniziazione.
Le incisioni dell'Addaura rappresentano un ciclo figurativo del massimo interesse per l'inconsueta attenzione dedicata alla rappresentazione scenografica dell'ambiente, un caso limite in tutta l'arte paleolitica.
Il trattamento della figura umana, pur nell'ambito di una corrente stilistica presente nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Levanzo, (Grotta del Genovese) e nella provincia franco Cantabrica e pur impiegando le stesse tecniche, nella grotta dell'Addaura è qualcosa di assolutamente nuovo per moduli stilistici e per spirito rispetto agli altri ritrovamenti.

Quello che è avvenuto io lo considero un assassinio premeditato


CACCIATORE BIELLESE a caccia nel canavese, spara a bruciapelo ad un Labrador di proprietà a passeggio, uccidendolo.
La scusante e' stata quella di evitare una zuffa tra cani !
Alessandro una delle nostre migliori unità è intervenuto sul posto con i carabinieri e la forestale sono state sequestrate le armi ed è stato aperto un procedimento penale nei confronti del cacciatore...
Siamo senza parole ma sopratutto non vogliamo sentire che i cacciatori sono rispettosi e sportivi.
LA CACCIA E' UNO SPORT??? 
Ma certo!! acquattarsi dietro un cespuglio con fucili di precisione, mettere trappole, reti, usare richiami, mettere animali morti per attirarne altri che hanno fame ......
E' altamente atletico, serve intelligenza, spirito sportivo, abnegazione, sacrificio e un alto grado di moralità.
Sono così avvezzi ad uccidere che qualunque bersaglio è buono per sparare sia uomo che animale basta che qualche cespuglio si muova .....non importa chi ci sia dietro.
In questo caso è ancora peggio perchè non è un errore ma un atto assolutamente intenzionale.

L'isola di Alcatraz

Posizionata al centro della baia di San Francisco, l'isola di Alcatraz è famosa soprattutto per il carcere di massima sicurezza e per film e libri che sono stati scritti su di essi. Si tratta in realtà di un sito ricco di storia.... ma andiamo per ordine.

L'isola, dopo varie vicissitudini, venne ben presto fortificata ed usata, dal 1850 come prigione militare. Nel 1933 l'isola venne acquistata dal Dipartimento di Giustizia, ristrutturata (i lavori durarono oltre un anno) ed adibita a prigione federale. L'inaugurazione avvenne il 12 ottobre 1933. Il penitenziario federale di Alcatraz durò per ben 29 anni (fino al 1963, anno in cui venne chiuso soprattutto per motivi economici. Degno di nota è l'occupazione, ad opera di un gruppo di indiani d'America, che avvenne tra il 29 novembre 1969 e l'11 giugno 1971. L'occupazione avvenne con l'intento di chiedere al Governo la costruzione nell'isola di un centro culturale e di una Università dedicata agli indiani. L'intento di attirare l'attenzione pubblica venne facilmente raggiunto ma dissidi interni ed il pugno ferreo dell'amministrazione locale portò, alla fine, ad un nulla di fatto. Oggi l'isola ed il suo penitenziario sono un sito storico e sono visitabili dai turisti che la possono raggiungere con il traghetto partendo da Fisherman's Wharf.

Di tutto quello che l'isola può offrire quello che sicuramente attira maggiormente l'attenzione dei turisti è il penitenziario. Si trattava di una prigione di massima sicurezza. La distanza dell'isola dalla terra ferma, le correnti presenti nella baia e la conformazione rocciosa dell'isola rendevano di fatto quasi impossibile evadere. 

Molti nomi illustri, come Al Capone, passarono parte della loro reclusione in questo carcere. Ad Alcatraz venivano solitamente reclusi i prigionieri problematici che avevano tentato la fuga o particolarmente violenti.


 La vita all'interno del penitenziario aveva regole proprie, diverse da quelle degli altri luoghi di detenzione. Ad esempio i prigionieri vivevano circa 23 ore racchiusi nella loro cella. 

I prigionieri a cui veniva concesso (ma dovevano meritarselo con la disciplina) di lavorare passavano invece solo 18 ore nella loro cella. Quelli che invece creavano problemi venivano rinchiusi in celle di isolamento prive di barre o finestre.

 L'unico punto di di aggregazione, nel quale poteva di fatto esserci un minimo di vita sociale era la sala mensa. 

Proprio in questa sala si concentravano la maggior parte delle paure della sorveglianza (anche se in realtà non successe mai nulla). Ad esempio in sala mensa era tassativamente proibito parlare e nel soffitto c'erano dei dispositivi in grado di rilasciare gas in caso di problemi.
 In compenso la qualità e la quantità del cibo era piuttosto buona se paragonata a quella degli altri istituti di pena. Non a torto si riteneva che la qualità del cibo consentisse di migliorare il clima dei detenuti.

 Le guardie giravano non armate ma i detenuti erano costantemente tenuti sotto tiro da altri guardiani attraverso delle piccole feritoie che consentivano loro di guardare all'interno.

 I tentativi di evasione che si sono verificati durante i 29 anni di attività sono infatti quasi sempre terminati con la cattura dei fuggitivi al di fuori delle mura del penitenziario o con la morte dei fuggitivi.
 In un solo caso, nel 1962, Frank Morris e i due fratelli John e Clarence Anglin riuscirono a tuffarsi nelle acque della baia e non vennero più ritrovati. Le autorità sostennero che erano morti annegati.

Ridere

“Ridere non significa necessariamente essere incuranti, leggeri e
mancare di serietà. Il riso può agire sul mentale anche più
beneficamente di quell’aria grave e pensosa che molti credono
essere la caratteristica del saggio. Perché nel riso ci sono
energie vive che nutrono il cervello.
Ridere permette anche di risollevarsi, di reagire. Nella vita di ciascuno si verificano degli avvenimenti che non si prestano subito al riso, è vero, bisogna riconoscerlo, ed è normale essere inizialmente turbati o preoccupati; ma è più facile non lasciarsi abbattere se si è abituati a vedere il lato comico di certe situazioni.
 Allora, non privatevi mai di questo mezzo potente che è la risata per mantenere il vostro equilibrio interiore e rendere la vostra esistenza più leggera. Si possono anche avere dei motivi per essere contrariati, tristi e scoraggiati, ma non per questo si deve accettare di rimanere in quello stato.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov
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