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domenica 6 gennaio 2013

Queen - Who Wants to live forever (Live Wembley '86)

Il libero arbitrio, il libero pensiero,questa libertà che ci viene a poco a poco tolta


Libertas... Libertà! Liberté, liberté, liberté, liberté...!!! Il principio-simbolo della Rivoluzione francese (assieme agli altrettanto famosi egalité e fraternité) da sempre accompagna la riflessione umana, non solo ai più alti livelli filosofico-religiosi, ma anche nella quotidianità della vita.
Già per gli antichi Greci e Romani, dalla cui cultura parte tutta la nostra, di cultura (!), onorarono questo alto concetto con la creazione di vocaboli fonicamente e semanticamente importanti e grandiosi: eleutheria in greco e libertas in latino.
Ma per quelle grandi civiltà, la libertà riguardava quasi esclusivamente la condizione di un ristretto gruppo di uomini (maschi), cioè i cittadini liberi, e perciò era intesa soprattutto da un punto di vista politico: l'uomo libero (il non-schiavo e il non-donna: questo naturalmente è uno dei limiti di quelle grandi civiltà) possedeva l'esclusività del diritto di esprimersi liberamente durante le assemblee politiche e durante le riunioni pubbliche.
Il peso della libertà antica, dunque, era eminentemente 'sociale', ma anche al limite del 'settario', perché si realizzava solo per una piccola parte della popolazione. Infatti, negli antichi auctores (i grandi scrittori dell'Antichità), queste due parole sono soprattutto utilizzate all'interno di orazioni e trattazioni politiche.
Con l'affermarsi della religione cristiana, sorse anche il concetto di 'libero arbitrio', un concetto che, nella forma del suo rovesciamento, il determinismo, in verità già era al centro dello Stoicismo.
Sostanzialmente, la cultura cristiana identifica la libertà con il libero arbitrio; in realtà le due idee non sono la stessa cosa.
Il libero arbitrio riguarda infatti la possibilità che ha l'uomo di scegliere quale azione compiere: riguarda insomma la libertà 'pratica' e solo questa, ed è per questo che è sorta con il Cristianesimo, che aveva la necessità di spiegare come mai un Dio onnipotente e onnisciente dia all'uomo la possibilità di scegliere tra bene e male (l'uomo deve scegliere perché così potrà essere giudicato da Dio in base alle sue consapevoli azioni).
Con la Rivoluzione francese, quell'enorme e totale rovesciamento del 'mondo' umano che è alla base degli aspetti - belli e brutti - della contemporaneità, si afferma un nuovo concetto di 'libertà', totalmente laico e (almeno in teoria) universale.
La libertà si identifica con un coacervo di rivendicazioni di diritti e doveri, come la libertà di stampa, la libertà di parola, la libertà di pensiero, e più tardi la libertà di sciopero e di manifestare in modo pacifico il proprio dissenso politico eccetera eccetera..
Se insomma sembra che la nostra libertà sia in sostanza molto più ampia di quella dei Greci e Romani e di quella degli antichi Cristiani, siamo davvero sicuri che lo sia? Sicuramente la rivendicazione dei diritti civili e della loro universalità ha fatto progressi; la donna non è più segregata in casa, il lavoro è un diritto-dovere per tutti e non esiste più lo schiavo (parliamo naturalmente solo delle civiltà europee); i bambini sono tutelati nella loro crescita e gli animali godono di grande protezione legale.
Ribadiamo che ancora una volta, per tutto quanto c'è di buono oggi, ringraziamo la Rivolution française!! Ma quanti 'ma' esistono anche per le cose suddette? Quante eccezioni? Quante infrazioni? Troppe: troppe per dire che davvero la libertà della Rivoluzione si sia effettivamente realizzata in tutto; non c'è bisogno di menzionare la politica: in questo campo non abbiamo imparato proprio nulla dal passato, anzi, siamo imbestialiti e inselvatichiti.
Botte in Parlamento, proclami urlati, propagande truccate, giri illeciti di soldi e donnacce, tg, giornali e tv pilotati e trash, e chi più ne ha più ne metta.
Ma noi siamo davvero gli eredi delle antichi ed evolutissimi Greci e Latini? Dovremmo concludere di no, almeno sul piano della libertas. Piuttosto mi sembra che abbiamo molto imparato dai periodacci della storia, come quello orribile del Fascismo, quando alla radio, in tv e sui giornali mandavano servizi iper truccati, dove tutto era bello, buono e superficiale: si mirava al rintontimento generale (che fu raggiunto clamorosamente, e con le disastrose conseguenze che sappiamo). L'odierna 'informazione', vi pare che sia tanto diversa? Ma ci rendiamo conto di cosa mandano in tv?
Claustrofobici spazi culturali o di discussione politico-sociale sono trasmessi durante le ore morte della notte, mentre il giorno ci bombardano, grandi e piccini, con vera spazzatura.
Questa spazzatura verbale è infinitamente più inquinante di quella che è gettata per le strade di Napoli. Perché? Perché se permettiamo al potere politico marcio di chiuderci i cervelli e di renderci sordi e ciechi come potremmo educarci al rispetto e alla moralità costruttiva?
Come potremo capire che se buttiamo spazzatura in strada quella schifezza finirà negli stomaci dei nostri figli?
Noi siamo di questo semplice parere: se vogliamo conquistare la vera e completa libertà, che unisce tutto quello che di buono è venuto fuori dallo sviluppo storico di questo concetto (filosofico, religioso, laico), riappropriamoci della libertà di pensare. A cose serie.
Ritorniamo in noi stessi.
Riflettiamoci.
Ascoltiamoci. ...è importante!!

Pubblicato da Nicolle e Alessandro di CULTURA InFORMAZIONE. Per una cultura giovane, che si forma e informa.

Si sarà assicurato che tutto il resto sia verò?? hhaahaha

Questo ha una definizione ben specifica ...ma che c.........

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