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martedì 23 aprile 2013

Ci dovremo impegnare anche le mutande per arrivare a fine mese sperando che ci becchino senza e che ci mettano in galera per oltraggio al pudore cosi ci mantengono



Governo monti,
1 milione di euro al Cnr per tradurre il Talmud in italiano
I tecnici con un decreto hanno finanziato la ricerca per la conversione nella nostra lingua del testo esclusivo della cultura ebraica e per gli studi germanici
Presto impareremo il Talmud a memoria.
Almeno così vuole il governo Monti che ha stanziato un milione di euro per la traduzione del testo ebraico in italiano.
La succosa somma è stata destinata al Cnr per un lavoro che prevede la completa riconversione del testo in lingua italiana.
Per gli esodati non ci sono risorse per la traduzione del "testo esclusivo della cultura ebraica" sì.
Eppure Enrico Bondi, mister spending review aveva tagliato tutti questi fondi discutibili.
In un solo colpo aveva tagliato decine di milioni di euro per ricerche che di fondamentale ed urgente avevano ben poco.
Soldi pure per il tedesco 
Ma il governo non è dello stesso parere, e con un decreto ha finanziato per 38 milioni di euro per la ricerca.
E fin qui può anche andar bene dato che la ricerca è uno dei motori per la crescita del Paese.
Ma il ministro Profumo ha voluto strafare.
Ha deciso infatti di assegnare
19 milioni e 611 mila euro all'Istituto nazionale di ricerca meterologica,
15 milioni e 211 mila euro alla Stazione zoologica Anton Dohrn,
2 milioni e 383 mila euro all'Istituto nazionale di alta matematica e 647 mila euro all'Istituto italiano di studi germanici.
Il tutto con tanto di ciliegina sulla torta con la traduzione del Talmud.
A quanto pare la passione irrefrenabile degli italiani per la lingua ebraica ha convinto il ministro ad aprire il portafoglio.
I progetti che beccano i soldi sono stati selezionati e reputati meritevoli dallo stesso ministero guidato da Profumo.
Insomma metà dei pensionati italiani non arriva nemmeno a 1000 euro al mese, però la sera possono leggere comodamente il Talmud in italiano ed esercitarsi con la grammatica tedesca grazie ai fondi destinati all'Istituto che cura la lingua e la cultura teutonica. Bisogna pur prepararsi all'invasione dei crucchi. (I.S.)

Alcuni papabili per il nuovo governo

Zanzare : come creare una trappola con una bottiglia di plastica



Compagne inseparabili della stagione estive sono le zanzare. Come evitare che questi ‘simpatici’ insetti possano avvicinarsi a noi? È possibile creare in casa un anti-zanzare naturale, riciclando delle vecchie bottiglie di plastica.Nessuna sostanza chimica artificiale, niente ‘spiralette’ né diffusori di ‘profumi’ da attaccare alla presa di corrente. Ecco cosa occorre: 
1 grammo di lievito di birra 
4 cucchiai di zucchero 200 ml di acqua 
Una bottiglia di plastica da 2 litri
 Cartone o cartoncino nero
 Scotch 
Un contenitore per riscaldare l’acqua.

 PER PRIMA COSA occorre tagliare la bottiglia di plastica e farlo un centimetro prima che inizi a diminuire la sua circonferenza. Dovrebbe essere tagliata in modo uniforme ed orizzontalmente.Nel frattempo, si riscalda l’acqua e vi si versa lo zucchero, mescolando fino a quando non si sarà sciolto.
 La soluzione va lasciata raffreddare. È preferibile far bollire l’acqua circa 10 minuti per eliminare eventuali tracce di cloro. Successivamente l’acqua zuccherata va versata nella parte inferiore della bottiglia.
A questo punto, all’acqua sarà fredda si aggiunge il lievito senza mescolarlo in modo che la reazione chimica duri di più. 
Ciò produce diossido di carbonio (CO2) in piccole quantità, la principale "attrattiva’ per le zanzare.

METTERE LA PARTE SUPERIORE DELLA BOTTIGLIA CAPOVOLTA come un imbuto e inserirla dentro l’altra metà. Sigillare con nastro adesivo attorno ai bordi, in modo che la CO2 si concentri solo al centro del contenitore.
Rivestire l’intera bottiglia di cartoncino nero. Attenzione, la parte superiore non va coperta. La trappola deve essere posta in un angolo buio e preferibilmente umido.
 Per gli esterni, deve essere basta metterla in un angolo o appesa al soffitto, perforando il contenitor.Dopo due settimane, basta staccare il cartoncino per vedere il risultato. 
Allora, l’”imbuto” andrà smontato per eliminare le zanzare intrappolate all’interno.
 Basta poi riempire la bottiglia con gli ingredienti già utilizzati per creare una nuova trappola.  

 Tratto da : http://ilfattaccio.org

Lo stress si misura dai capelli

Dalla loro analisi risultati più precisi di quelli del sangue Lo stress a cui siamo esposti rimane scritto sulla lunghezza del capello e anche da lì si può calcolare il rischio cardiovascolare di una persona.
E' quanto emerso da uno studio condotto dalla Università Erasmo da Rotterdam su oltre 280 anziani e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
La ricerca -
Attraverso la quantità di cortisolo (ormone dello stress) presente nei capelli si capisce a quanto stress la persona è stata esposta negli ultimi mesi, e da questa misura si ottiene una stima attendibile del suo rischio cardiovascolare
Gli esperti hanno prelevato capelli della lunghezza media di tre centimetri, e analizzato la parte più vicina al cuoio capelluto misurando la concentrazione di cortisolo.
I tre centimetri analizzati "ricapitolano" lo stress cui è stata sottoposta la persona nei tre mesi precedenti l'esame.
Laura Manenschijn, tra gli autori della ricerca, spiega:
"Poiché i capelli possono catturare l'informazione circa le variazioni dei livelli di stress nel tempo, l'analisi del capello ci dà uno strumento migliore del prelievo di sangue per misurare il rischio cardiovascolare di un individuo".

Mi piacciono le persone che lasciano il segno


Mi piacciono le persone che lasciano il segno. Non cicatrici. Sono quelle persone che entrano in punta di piedi nella tua vita e la attraversano in silenzio. Parlano i gesti non la voce alta, gridano le emozioni non la rabbia.
Mi piacciono le persone che lasciano il segno, lì in quel piccolo posto chiamato cuore… sono quelle che mai se ne andranno perché quel posto se lo sono conquistato con le piccole attenzioni di ogni giorno.



Stephen Littleword

E' una pubblicità ma questo video è uno sballo

La terra vista dallo spazio

Le perle



Una perla è una struttura sferica costituita essenzialmente da carbonato di calcio in forma cristallina deposto in strati concentrici, e prodotta dai tessuti viventi – in particolare dal mantello – dei molluschi (tipicamente le ostriche).
Il termine "perla" deriva dal latino "pernula", il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene e la cui forma ricorda la "coscia del maiale".
Una perla si forma quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, si ferma nella cavità palleale.
Esso viene ricoperto da strati successivi di madreperla, allo scopo di difendere i tessuti dell'animale dall'irritazione.
Si depositano vari strati di calcio che, in combinazione con altri minerali, creano questi particolari oggetti preziosi.
La perla è formata praticamente da nacre, meglio conosciuta come madreperla.

Alcune straordinarie creazioni vengono trovate per puro caso come questa magnifica e singolare perla, che porta incisa sulla sua superficie la parola Allah in lettere arabe.
Trovata nel Mare di Bahrain, questa bellissima perla è stata immediatamente certificata dal laboratorio Kingdom Of Bahrain’s Ministry of Industry & Commerce Gem & Pearl Testing, attestando in maniera inconfutabile che si tratta di una perla completamente naturale (a forma di bottone, di color crema e del diametro di 6.1mm), rinominata grazie alle sua caratterista particolare come “Miracolo di Allah“.

La perla Merman’s teardrop deve il suo nome proprio a leggende mistiche e soprannaturali, quasi conferendo queste caratteristiche alla nascita e al ritrovamento della perla stessa.

Perle non naturali
Per creare perle con forme speciali, quando si estrae la perla dall'ostrica, si immette un frammento di plastica con la forma scelta, che l'ostrica coprirà con la madreperla.
Il risultato è che, dopo anni di attesa, la perla che nasce ha la forma ingrandita del frammento iniziale.
Il colore più comune nelle perle è il bianco, ma si possono trovare anche perle rosa, color crema, viola scuro, grigie e nere
Quando si parla di perle nere, oltre alla Akoya e a quelle di fiume, si pensa subito alle costosissime perle di Tahiti, molto pregiate e particolarmente belle.
Il valore delle perle però, non si distingue solo dal colore, ma anche dalla forma e dal lustro, cioè la luce che riesce a riflettere.
Una curiosità particolare è che, a differenza delle altre, le ostriche che creano le perle nere sono molto più delicate e in ogni coltivazione ne muoiono tantissime.
Questo è un altro fattore che le rende così costose e rare.
Ci sono due categorie di perle: le perle di acqua dolce e le perle di acqua salata. Le tre categorie di perle d'acqua salata sono le Akoya, le perle Tahiti e le costosissime e rare perle South Sea.
La madreperla, oltre ad essere usata nel mercato dei gioielli, oggi viene usata anche in cosmetica e per la creazione di particolari vernici.
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