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martedì 4 febbraio 2014


Un incredibile isola artificiale



Kamfers Dam Lake è un'isola artificiale a forma di "s" che si trova in Sud Africa, diventata di fondamentale importanza per la riproduzione dei fenicotteri rosa.
Nata come riserva nell'ambito di un progetto di sviluppo territoriale della città, è ora al centro di numerose polemiche da parte degli ambientalisti a causa dell'inquinamento da cui è circondata.
(Foto: Mark D. Anderson / Wikimedia Commons)

Il professionista della pazienza.


Per lavoro lui fa le code.
 Professionista della pazienza, Giovanni Cafaro, 42 anni salernitano naturalizzato a Milano, dopo aver perso il lavoro si è rimboccato le maniche e si è inventato una nuova professione. Fare le code. In banca, alla posta, all'anagrafe, ad Equitalia. Ovunque l'italica burocrazia ci si mette d'impegno per rosicchiare ore di attesa alla nostra vita, arriva il Signor Cafaro.
Basta contattarlo e, per dieci euro l'ora con tanto di ricevuta fiscale, l'intraprendente quarantenne prenderà le vostre scartoffie e andrà a smaltirle nell'ufficio competente mentre voi fate altro.
"Io sono quello che si mette in fila per chi non ha voglia e non ha tempo - ha dichiarato alla Stampa Cafaro -  Banche, assicurazioni, poste, asl... Non mi faccio mancare niente. Le file per pagare l’Imu sono il mio pane".
Quando la sua ditta ha chiuso, lungi dal tornare da mammà, ha cercato in ogni modo di restare nel mercato del lavoro. Una laurea in scienze delle comunicazioni e un curriculum da direttore marketing dopo aver mandato 500 curriculum, aver ricevuto dieci risposte ed essere stato contattato soltanto per cinque colloqui ha deciso di fare da solo.
"Il lavoro me lo sono inventato - ha detto - So l’inglese e ho una laurea ma non ci penso proprio ad andare all’estero. Sarebbe una sconfitta. Sarebbe come gettare la spugna. Il futuro è qui. Il mio futuro è qui".
E così guardandosi intorno e facendo della piaga italiana dell'infernale burocrazia la sua risorsa, si è inventato la professione del "paziente".
Ben vestito, occhiali da vista, ventiquattrore in mano si mette in fila e aspetta. Per farsi conoscere ha tappezzato Milano di volantino pubblicitari. Si riconoscono facilmente, sono blu e gialli e la didascalia recita: "La tua coda allo sportello? Da oggi la prendo io".
"Mi hanno chiamato da Rimini, La Spezia e Napoli... Se va bene mi allargo e metto su un’agenzia" ha dichiarato entusiasta e anche stupito del successo della sua idea.
Per il momento, intanto, si dà da fare col passaparola e con la sua pagina Facebook  tramite la quale è possibile contattarlo e chiedere il suo prezioso contributo nello snellimento delle pratiche famigliari. 

L'irbis, il leopardo delle nevi


Il leopardo delle nevi, detto anche irbis, è un felino appartenente alla famiglia delle pantere e nonostante il nome è lontano parente della tigre. 
Gli irbis arrivano a misurare intorno ai 60 centimetri d'altezza ed è lungo circa 132 centimetri a cui però si deve aggiungere la coda lunga all'incirca 91 centimetri.
 La pelliccia è notevolmente fitta in inverno per proteggerlo dalle rigide temperature esterne e un po' più rada in estate.
 Il colore predominante è il grigio bruno, con sfumature di giallo in alcuni punti e con le zampe completamente bianche. Su tutto il corpo, poi sono presenti delle macchie nere.
 Il mantello ha una funzione essenzialmente di isolamento e lo rende particolarmente adatto a resistere al freddo. Anche le orecchie piccole sono meno sensibili al freddo. La coda lunga serve al leopardo delle nevi per bilanciare il corpo durante gli inseguimenti delle prede.
 Questo felino è tendenzialmente crepuscolare e si nutre principalmente di bharal, pecore, ibex asaitico e karakorum. Se non trova da mangiare percorre anche grandi distanze per andare a caccia. 

L'irbis vive principalmente nelle regioni fredde dell'europa e dell'asia. Il suo habitat naturale è rappresentato dalla steppa e dalla tundra. 
Habitat ricchi di vegetazione in cui nascondersi e mimetizzarsi e caratterizzati da inverni rigidi e estati temperate.
 Vive a notevoli altezze e spesso lo si incontra in aree caratterizzate da condizioni glaciali. Solitamente staziona tra i 3 mila e i 5400 metri di altitudine.


Il leopardo delle nevi vive principalmente nelle regioni situate tra le catene montuose dell'Asia centromeridionale come il Pamir, il Tibet, l'Himalaya. A nord si estende fino ai Monti Altai e Saianie arrivando fino alla Mongolia e alla Cina Occidentale.
 Anche il ciclo vitale e quindi la riproduzione si è adattato alle proibitive condizioni climatiche dell'habitat naturale. L'irbis, infatti, a differenza degli altri felini non può accoppiarsi in tutte le stagioni ,ma solo in un periodo ben definito per evitare che il parto poi si verifichi nei duri mesi invernali.
 La stagione degli amori va quindi da gennaio a metà marzo.
 La gestazione dura circa tre mesi con la nascita dei cuccioli nei mesi estivi.
 La cucciolata di solito è costituita da due fino ad un massimo di 4 cuccioli che durante i primi gironi di vita restano nella tana costruita dalla madre in qualche caverna o anfratto roccioso. I leopardi delle nevi spesso utilizzano i nidi costruiti dagli avvoltoi tra i rami bassi di ginepro. In luglio, a circa due mesi, i piccoli cominciano a seguire la madre nelle battute di caccia, restando con lei fino al sopraggiungere dell'inverno.

In Italia se un decreto legge non va bene ai cittadini loro fanno gli straordinari per approvarla come legge

Francia, marcia indietro del governo: salta la nuova legge sulla famiglia

Parigi - Il progetto di legge sulla famiglia è rinviato a tempo indeterminato.
Ufficialmente lo è per un «calendario parlamentare troppo denso», ma la marcia indietro annunciata oggi dal governo francese è una «vittoria» per tutti gli oppositori alla politica familiare di Francois Hollande.
E in particolare per la Manif pour Tous, l’associazione che ha già promosso nei mesi scorsi la lotta contro il matrimonio gay e ha chiamato ancora a manifestare ieri contro la procreazione assistita per le coppie lesbiche e le «madri in affitto». «I lavori di preparazione del testo continueranno», è stato precisato dal governo, ma il progetto di legge non sarà presentato nel 2014. Sarebbe invece dovuto arrivare in Consiglio dei ministri ad aprile, per un dibattito in Parlamento nella seconda metà dell’anno.
Nel frattempo il governo ha sollecitato sul testo il parere del Comitato etico nazionale, che arriverà solo dopo le elezioni europee.
«È una vittoria perché ciò che il progetto di legge prevedeva era contrario all’interesse del bambino e della famiglia», ha commentato la presidente della Manif pour Tous, Ludovine de la Rochere.
Decine di migliaia di persone avevano risposto ieri alla convocazione del movimento conservatore.
Un enorme corteo, con tante famiglie, coppie di pensionati, alcuni religiosi, anche persone di fede musulmana, solidali ai valori tradizionali della famiglia.
La Manif pour Tous ha ricevuto i «complimenti» ironici del leader dell’estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon. «La sinistra è ripudiata», ha detto il leader del Front de Gauche, lanciando un appello a «elezioni che infliggano alle liste di governo una severa punizione».
Una delle misure principali della riforma prevedeva di riconoscere il ruolo dei patrigni e delle matrigne nelle famiglie «ricomposte».
Ma il tema esplosivo riguarda l’eventuale estensione del diritto alla procreazione assistita per le coppie di donne omosessuali, una misura (come del resto quella sulla maternità surrogata) che in realtà non figurava nel progetto di legge.
Ma che, voluta dalla ministra della Famiglia, Dominique Bertinotti, e da una parte di socialisti, divide profondamente la maggioranza. La spaccatura era stata sancita stamane dal ministro dell’Interno, Manuel Valls, che per smorzare le polemiche aveva fatto sapere che il governo avrebbe respinto ogni eventuale emendamento sui due temi controversi.

tratto da - www.ilsecoloxix.it

Direttamente da Valencia, arriva la Chufa!


La Chufa, conosciuta anche come babbagigi o zigolo dolce è originaria della regione di Valencia, dove viene impiegata per realizzare una bevanda molto proteica, l’horchata de Chufa e  da poco tempo ha fatto sua comparsa anche qui da noi, specie nei mercatini e nei negozietti di alimentazione naturale.


Ma che cos’è? 

Si tratta di un tubero, la cui pianta appunto è molto diffusa nella regione di Valencia e che da poco ha ottenuto la denominazione di origine a tutela della sua qualità.
 Qui da noi, è tipica della Sicilia, predilige i climi umidi e fiorisce nel periodo che va da luglio a ottobre.
 Era molto apprezzata nell’antico Egitto per le sue innumerevoli proprietà benefiche, che oggi poi, sono state confermate dagli studiosi dell’Università di Valencia.
 In particolare, la Chufa è ricca di acido oleico, fibre (più dell’avena), aminoacidi essenziali, sali minerali, proteine, grassi insaturi e vitamine.
 Ha proprietà toniche, diuretiche (contiene pochissimo sodio), digestive e carminative che la rendono “terapeutica” e dunque: Previene l’aterosclerosi 
Regola il livello del colesterolo LDL in favore di quello HDL
 Regola le funzioni intestinali 
Favorisce il senso di sazietà e dunque coadiuva le diete ipocaloriche E’ rimineralizzante poiché ricca di calcio, magnesio, potassio, ferro e fosforo 

Ma qual è il sapore di questo tubero?

 Ha un sapore dolciastro, con sentori di frutta secca e miele ma alcuni dicono vaniglia…insomma, non vi resta che sperimentarla voi stessi! Ma come? In Italia, è difficile reperire i tuberi “al naturale” che comunque possono essere gustati sia crudi che cotti e dunque dovrete accontentarvi della farina. Questa è ottima per preparare una deliziosa bevanda con del latte vegetale, acqua o succo di frutta. 
Può anche essere impiegata nella colazione, in aggiunta allo yoghurt, con i cereali o il muesli ,ma anche miscelata ad altre farine nelle preparazioni di pane e torte, donerà quel retrogusto di nocciola!
 Per concludere, è un alimento privo di lattosio e glutine e dunque è consigliata davvero per tutti, bambini, anziani, sportivi e non…che aspettate a  provarla?


Stefania Lucarini Naturopata specializzata in alimentazione naturale, intolleranze alimentari, erboristeria e aromaterapia. 

Huacachina: la magnifica oasi nel deserto del Peru'


Huacachina è una vera e propria oasi nel deserto, situata nel sud-ovest del Perù, nella provincia di Ica. La sua popolazione conta poco più di 100 abitanti.
 Il villaggio è stato costruito attorno ad un piccolo lago naturale formatosi nel deserto peruviano. Per questo motivo Huacachina viene chiamata Oasi d'America. Rappresenta un'attrazione per i viaggiatori ed è meta delle vacanze per gli abitanti della città di Ica. Ad attirare i turisti sono soprattutto le dune di sabbia, che diventano le protagoniste di vere e proprie attività sportive, come il sandboarding, che è simile allo snowboarding, ma che prevede l'utilizzo di una speciale tavola sulla sabbia del deserto, anziché sulla neve.


L'oasi è circondata da numerose dune, che si elevano da terra per diversi metri, diventando molto simili a delle vere e proprie colline. Visitando Huacachina si ha l'impressione di trovarsi nel bel mezzo del deserto del Sahara, quando in realtà si è ad una sola ora di distanza dalla costa del Pacifico.
 Huacachina nel corso del tempo si è trasformata in un paradiso per i turisti, ricco di alberghi e ristoranti che circondano la laguna blu. La popolazione locale sopravvive proprio grazie al turismo, che richiama gli appassionati degli sport più originali da praticare nel deserto. 
Tra gli anni 40 e 50 Huacachina aveva rappresentato un luogo di villeggiatura per le famiglie peruviane più ricche.


La promozione turistica del luogo ha avuto inizio negli anni 90.
 Ora Huacachina è una delle mete preferite dei viaggiatori che attraversano il Perù con lo zaino in spalla. 
Purtroppo però, nel corso del tempo, le acque della laguna hanno iniziato a ritirarsi e il loro livello si è abbassato tanto che ora è necessario ricorrere a fonti esterne per evitare che il laghetto si asciughi.


Il problema sarebbe dovuto al consumo dell'acqua della falda freatica. Huacachina è un luogo da preservare dal punto di vista ambientale, poiché si tratta di una delle poche oasi naturali rimaste tra l'America del Nord e del Sud. 

 Marta Albè
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