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mercoledì 9 aprile 2014

Inversione dei poli magnetici


I geologi che studiano il passato della Terra hanno riscontrato che i mutamenti del clima hanno quasi sempre coinciso con cambiamenti nel campo magnetico del nostro pianeta.
 Che rapporto ci sia fra i due fenomeni non è chiaro; ma c’è chi avanza l’ipotesi che l’estinzione improvvisa di intere specie viventi verificatesi più volte nel passato, sia da far coincidere con le brusche alterazioni del campo magnetico.

 Che queste alterazioni si siano verificate, è ormai provato.
 Non si tratta di eventi avvenuti in remote ere geologiche.
 Secondo alcuni ricercatori, in tempi relativamente recenti (migliaia d’anni) la posizione dei poli era molto diversa dall’attuale. 
C’è anche chi parla di uno scambio di posizione fra Polo Nord e Polo Sud.
 Un nuovo rovesciamento improvviso provocherebbe forti terremoti lungo le faglie della crosta terrestre, e gigantesche ondate di marea, generate da movimenti dei fondali oceanici. 
Si delineerebbe uno scenario di isole inghiottite dai flutti, coste spazzate dalle onde, porzioni di continenti sommerse, mentre parte dei fondali potrebbe invece emergere alla luce. 
Una prospettiva da diluvio universale.

 Se l’asse della Terra dovesse ribaltarsi completamente, tutto il pianeta sarebbe squassato da uragani e onde di marea. Ci sono indizi che conforterebbero questa teoria.
 I grandi depositi di carbone in Inghilterra indicano che un tempo quelle regioni dovevano avere clima tropicale, con grandi foreste e paludi.
 Anche vaste aree del Nord America erano analogamente ricoperte da foreste pluviali. 
Per contrasto, l’Australia occidentale e l’Africa meridionale erano sepolte sotto una coltre di ghiaccio.

 Una possibile spiegazione a queste anomalie venne offerta negli anni ’20 da Alfred Wegener con la teoria della “deriva dei continenti”, che tuttavia presuppone che enormi masse continentali siano col tempo spostate di migliaia di chilometri dalle loro posizioni originali.
 Secondo alcuni, l’ipotesi di un ribaltamento dell’asse terrestre costituisce una spiegazione più semplice.
 Sarebbe risolto anche il problema del ritrovamento dei mammut nella gelida Siberia, in un ambiente non certo in grado di supportare l’abbondante vegetazione necessaria per il sostentamento degli enormi mammiferi. 
Prima che i poli si spostassero, la Siberia aveva un clima tropicale,e i mammut vi prosperavano. 
La coltre di gelo cadde così rapidamente da intrappolare nel ghiaccio mammut interi, la cui carne si è conservata intatta per decine di migliaia di anni. 
Un esemplare venne ritrovato con nello stomaco fiori non ancora digeriti.


Se si dà una botta sufficientemente forte all’asse di uno giroscopio, l’apparecchio può ribaltarsi completamente, continuando a girare nella nuova posizione di equilibrio.
 La Terra può essere vista come un enorme giroscopio, al quale l’avvicinarsi di qualche corpo celeste, o l’influsso combinato di diversi campi gravitazionali, può aver fornito in passato una “botta” abbastanza forte da ribaltarsi.
 L’ingegnere elettrico americano Hugh Brown ha ipotizzato nel 1967 che l’asse terrestre abbia subito un’oscillazione di 90 gradi, non più tardi di settemila anni fa. 
Secondo Brown queste oscillazioni avrebbero carattere periodico; questo sembra del tutto improbabile: ma non implausibile è che spostamenti occasionali si siano effettivamente verificati nel passato.


Un geofisico, Peter Warlow, ha analizzato le narrazioni mitiche in cerca di prove per la sua teoria.
 Secondo lui, gli antichi Egizi hanno registrato quattro diversi ribaltamenti, in seguito ai quali i sole è apparso mutare la direzione del suo corso nei cieli. 
I più recenti si sarebbero verificati nel 700 a.C., e prima ancora nel 1500 a.C. 
 Quest’ultimo evento corrisponderebbe alla data dell’estinzione della civiltà minoica a Creta, secondo Immanuel Velikovsky. 

 Le prove delle inversioni totali di polarità derivano dall’esame di rocce fuse, raffreddatesi in diversi periodi geologici. 
Ogni volta che una roccia fusa si solidifica, conserva un debolissimo campo magnetico, indotto dal campo gravitazionale terrestre.
 La lava eruttata dai vulcani attivi, ed anche oggetti fabbricati dall’uomo, presentano lo stesso fenomeno.
 Persino i focolari, sottoposti ripetutamente a riscaldamento e raffreddamento, rivelano il campo magnetico, appena misurabile. Sono state condotte ricerche su antichi focolari degli aborigeni australiani e su focolari dell’Inghilterra pre-romana, per verificare la polarità di questi campi magnetici.
 I geologi hanno inoltre rinvenuto nei fondali oceanici strati di rocce laviche solidificatesi in epoche differenti. 

 “Leggendo” tutti questi campi magnetici, si è scoperto che il campo magnetico terrestre ha subito in passato non meno di 20 inversioni di polarità. 
L’ultima in ordine di tempo è durata almeno 2000 anni. Peraltro, anche in brevi periodi della storia recente, i poli magnetici hanno mostrato una certa tendenza a “peregrinare”.
 All’inizio del XVII secolo, l’ago della bussola puntava a circa 11 gradi a est del polo nord geografico. Nel 1643 la deviazione era di quattro gradi a est, e nel 1650 per un breve periodo i poli magnetici e geografici coincisero.

 Tratto da : http://www.acam.it/

SANGUE RH NEGATIVO: TRACCE DI UN’ANTICA IBRIDAZIONE ALIENA?

Molti di noi hanno avuto modo di sapere qualcosa in merito ai gruppi sanguigni dalle lezioni di scienze apprese a scuola.
Tuttavia se confrontiamo le nozioni scolastiche con gli studi ed i molti dibattiti pubblicati sulle riviste scientifiche … ebbene, ci si accorge come gli elementi più interessanti di questo tema siano stati ‘accidentalmente’ omessi dai programmi didattici di base.
Non esiste plausibile spiegazione scientifica circa la provenienza del gruppo RH negativo.
La scienza ortodossa si è limitata a ipotizzare che si tratti di una non meglio identificabile, casuale mutazione genetica.
Circa l’85% degli esseri umani possiede il gene scimmiesco RH, mentre nel restante 15% non è riscontrabile il fattore RH (RH-) e ciò potrebbe essere spiegato dalla presenza di un gene alieno. Questo articolo esplora la tesi che l’umanità sia stata allevata come una razza di schiavi, dal momento che il 97% del nostro codice genetico risulta disattivo, e possiamo disporre di appena il 3%, utile semplicemente alla sopravvivenza.
Tra i tipi di sangue umano, il più comune è il gruppo 0. Si tratta di un tipo di sangue universale.
I tipi di sangue sono suddivisi ulteriormente in due gruppi: positivi e negativi in relazione al fattore RH. Il fattore RH è così denominato perché collegato al fattore Rhesus, cioè il nesso genetico tra la umanità e le scimmie, individuabile da una specifica proteina ematica.
Quando nel sangue di un individuo è presente il fattore RH, si dice che il suo sangue sia di tipo RH positivo (RH+). Se il test restituisce esito negativo, vuol dire che il fattore Rhesus è assente.
E’ stato provato che uno dei fattori ereditari più stabili e meno suscettibili di mutazioni generazionali sia proprio il sangue.
Come si diceva, la maggior parte delle persone – circa l’85% – possiede sangue RH positivo, elemento a sostegno della tesi secondo cui gli esseri umani si sarebbero evoluti dai primati. Tuttavia esiste un restante 15% che risulta del tutto sprovvisto del fattore RH.
Se è vero che il gruppo sanguigno rientri tra le caratteristiche genetiche meno mutevoli, da dove proverrebbe il tipo RH negativo? Si tratta di un interrogativo che per decenni ha lasciato perplessi gli scienziati. Alcune prove suggeriscono che il fattore RH negativo sia apparso sul pianeta circa 35.000 anni fa, all’interno di alcune aree geografiche molto circoscritte, al punto da sembrare collegato con alcuni particolari gruppi sociali e tribù.
Le aree in cui la sua presenza fu maggiormente riscontrata sono la Spagna settentrionale, la Francia meridionale e la etnia basca.
Un altra etnia con alta concentrazione del fattore RH- è quella ebraica dell’Est.



Circa il 40% della popolazione europea possiede il fattore RH-. Solo il 3% degli africani e circa l’1% degli asiatici e dei nativi americani è RH-.
Sulla scorta di tali informazioni statistiche, non è difficile intuire dove il fattore RH- potrebbe essere stato introdotto, originariamente, nel codice genetico umano.
Stiamo parlando della regione caucasica.



Dal punto di vista scientifico, se il fattore RH-negativo fosse realmente una tipologia ‘normale’ di sangue, a cosa potrebbero addebitarsi gli inconvenienti che sorgono quando una madre RH- dà alla luce un bambino RH+?
Si tratta di una malattia emolitica, o meglio di una reazione allergica che può produrre conseguenze gravi quando i due diversi gruppi sanguigni si mescolino nel corso della gravidanza, dal momento che le sostanze antigeniche presenti nel tipo RH- attaccano le cellule RH+.
Ciò detto, a cosa può addebitarsi una lotta genica tra due tipi di sangue ugualmente umano?
Abbiamo a che fare con un gruppo sanguigno alieno?
Esiste un unico altro caso in natura in cui ha luogo una simile reazione tra organismi che si accoppiano: quando asini e cavalli vengono incrociati per la produzione di muli.
Tutto ciò è comprensibile, in quanto si tratta di un incrocio ‘innaturale’, che allo stato brado non esiste. L’ibridazione che dà vita ai muli ha luogo esclusivamente a causa dello intervento umano. Dunque, è possibile che esistano due tipologie di esseri umani, simili ma geneticamente diverse?
Peculiarità.
Nella maggioranza delle persone con sangue di tipo RH- si tende a riscontrare una serie di caratteristiche comuni. 



Cosa si potrebbe concludere dagli elementi illustrati? E’ stato dimostrato che il sangue è l’organo con minori probabilità di mutazione.
Se si esclude quella di cui stiamo dibattendo, la scienza non ha mai registrato altre mutazioni genetiche nel sangue.
Elemento che supporta la tesi secondo cui il fattore RH- sia stato introdotto da una fonte esterna, ad esempio esseri simili agli umani, ma non terrestri.
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno?
La Stirpe Giunta dal Cielo.
Molti testi antichi, compresa la Bibbia, sembrano supportare questa teoria.
Molte storie nei testi antichi, in particolare quelle contenute nei testi pre-cristiani, narrano di una stirpe giunta dal cielo che avrebbe creato l’uomo a propria immagine.
L’uomo primitivo li identificò come divinità dalla straordinaria longevità, e capaci di compiere prodigi, ad esempio volare su strani veicoli e provocare assordanti boati sparando fuoco da tali mezzi. Gli esseri umani assistettero alla edificazione di mastodontici monumenti e splendide città da parte di queste creature apparentemente divine.
Perché dal punto di vista di un umanoide primitivo non potevano che apparire come divinità.
Ma in realtà chi erano, tali divinità?
Le storie antiche ci dicono molto su di esse. Mediante ciò che si suppone fosse tecnologia avanzata potevano volare in cielo e nello spazio. Erano maestri di aviazione, di metallurgia, di astronomia, medicina e – ovviamente – di genetica.
Conoscevano la energia atomica ed utilizzarono il suo potere distruttivo, a giudicare dalle prove prodotte da studi di paleo-geologia .
Conoscevano le tecniche della agricoltura e sapevano come creare cereali più nutrienti ed altri derivati alimentari.
Tutte le granaglie con cui gli esseri umani si alimentano da molto tempo, sono apparse contemporaneamente sul pianeta nel corso di un periodo non più lungo di 10.000 anni.
Tempo molto breve, biologicamente parlando, oltre il quale non fu più sviluppata alcuna nuova forma di grano.I nostri testi antichi narrano che un giorno queste creature iniziarono ad accoppiarsi con gli esseri umani.
La Bibbia dice che gli dei guardarono le donne e le trovarono piacevoli per gli occhi, e quindi le presero in mogli, e concepirono figli, molti figli
Nella prima parte di questo articolo ho descritto cosa accade quando due specie geneticamente simili ma non uguali, vengano incrociate. Esse producono ibridi, ad esempio i muli risultanti dalla ibridazione di cavalli ed asini. Tuttavia la non perfetta compatibilità genica fa si che i muli nascano sterili. Di conseguenza quando sarebbero stati creati gli esseri umani, essi potrebbero essere stati il frutto di una ibridazione ottenuta in un laboratorio e ottimizzata mediante tecnologia avanzata, dal punto di vista delle facoltà riproduttive.

Fonte: http://phantasypublishing.blogspot.it/2012/04/mystery-of-rh-negative-blood-genetic.html
Tratto da: anticorpi

La Megera nella mitologia


Nella mitologia irlandese la megera rappresenta la dea sovrana del mondo fatato nella ricerca del giusto erede e re.
 E’ attraverso di lei che il re si unisce alla terra e pensate che quando essa si accoppia al giusto erede, si trasforma in una bellissima fanciulla elfica per indicare la sovranità dell’uomo.

 Nelle storie tradizionali irlandesi e scozzesi, la megera mette al mondo valli e montagne, pietre e colline e le varie creature che popolano la terra di mezzo.
 La megera è uno dei tre aspetti della Tripla Dea Madre, la dea sovrana della terra. Vecchia eppure senza età, e nei canti elfici, incanta i suoi eroi “scelti” con poteri magici e confonde e perseguita chiunque respinga le sue avance.

 La leggenda narra che il regno degli Ui Néill, venne creato con la benedizione della dea della sovranità, la megera. 
Niall e i suoi fratelli erano a caccia nella foresta quando vennero presi dalla sete ed uno dopo l’altro, arrivarono ad una pozza d’acqua dove a guardia vi era un’orribile vecchia che offrì a ciascuno un sorso d’acqua in cambio di un bacio. 
Tutti fuggirono spaventati dal suo aspetto eccetto Niall, difatti il ragazzo baciò la megera e fece l’amore con lei e mentre si baciavano, la megera divenne bella.

 I racconti tradizionali irlandesi, gallesi e scozzesi sono pregni di storie sulla megera, la “Madre della Montagna”, la “Grande Vecchia”, o la Cailleach, in lingua gaelica. 

Girovagando sulla terra, la megera crea i paesaggi naturali e le creature della terra.

Noce moscata: un tesoro di spezia in cucina ed un prezioso seme benefico per il nostro organismo


La noce moscata è il seme molto odoroso di un albero sempreverde originario dell‘arcipelago di Banda, nelle Molucche (Indonesia), e oggi molto diffuso anche nelle zone intertropicali.
 Il nome botanico della noce moscata è Miristica fragrans, una pianta unica nel suo genere in quanto produce due diverse spezie: la noce moscata e il macis.
 Il suo frutto, di colore pallido e simile all’albicocca, una volta maturo si apre in due parti, liberando un nocciolo contenente una noce particolarmente odorosa, la noce moscata. Questo seme è a sua volta protetto da una parte carnosa simile a una reticella: il macis. 

Nell’Europa tra il 400 e il 700, le spezie erano più preziose dell’oro, al punto che le maggiori potenze marinare e commerciali si disputarono a lungo il controllo della loro produzione e del loro commercio, fino a combattere vere e proprie guerre.


La spezia più ricercata era proprio la noce moscata che, secondo i medici del tempo, curava la dissenteria, la colite ulcerosa e la flatulenza, risvegliando la virilità assopita o, al contrario, placando lo smodato desiderio sessuale; era persino in grado di prevenire la malattia più temuta: la peste bubbonica!

I mercanti europei dell’epoca compravano le spezie a Venezia ed i Veneziani, a loro volta, le acquistavano a Costantinopoli, ma la noce moscata veniva da più lontano, dall’attuale Indonesia. 
I Portoghesi furono i primi europei a mettere piedi nell’arcipelago della Banda, un gruppo di sei isolette vulcaniche, e da allora cominciò una corsa al possesso di queste isole da parte di Inglesi, Portoghesi, Olandesi e Spagnoli.


Non si può non ricordare che gli Olandesi, firmando la cessione di Manhattan, riuscirono a strappar le isole delle spezie agli Inglesi. 

Alla fine del 700 l’Europa fu colta da una vera e propria passione per la noce moscata.
 In famiglia si preparava il cosiddetto “aceto dei sette ladri”: vi si facevano macerare spezie e aromi e serviva sia come condimento, sia per impacchi o come sollievo per gli svenuti, cui si bagnavano le tempie e si faceva annusare la bottiglia.
 Nella medicina tradizionale era utilizzata per provocare aborti, benché alcuni erboristi sostengano, al contrario, che la noce moscata è benefica alle donne incinte.


Questa spezia è impiegata nella preparazione di creme e budini, di purè e salse come la besciamella.
Nella cucina italiana esalta il sapore di ripieni di carne e verdure per tortellini, ravioli e cannelloni; nei paesi nord-europei viene utilizzata per aromatizzare bevande come il vino caldo, punch al rum e l’egg nog , bevanda inglese preparata con birra e uova; mescolata al cardamomo e al curry conferisce al pollo all’indiana un sapore speciale.
La noce moscata, dal sapore intenso, dolce ma non stucchevole, arricchito da note piccanti e da un retrogusto esotico in grado di enfatizzare anche il sapore delle pietanze più semplici, è anche un seme curativo che in arte erboristica viene utilizzato per confezionare decotti e oli essenziali benefici nell’affrontare svariate patologie e fastidi: è una fonte preziosa di sali minerali, tra i quali: rame, potassio che serve a regolarizzare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna; calcio, che è un valido aiuto nella crescita delle ossa e nella loro buona conservazione; ferro, utile per la formazione di globuli rossi, valido per le persone anemiche; inoltre contiene manganese, zinco e magnesio. E’ ricca di acido folico, vitamina A, C e vitamine del gruppo B.

 La noce moscata ha proprietà carminative, riduce e combatte il meteorismo e l’accumulo di gas intestinali che danno luogo ad aerofagia; tutela il sistema nervoso (il suo olio aumenta la circolazione sanguigna cerebrale, stimola il cervello, migliora la concentrazione e combatte stress, stanchezza, ansia e depressione); tutela il sistema cardiovascolare; stimola l’appetito, disintossica il fegato e i reni; attenua il dolore e le infiammazioni; l’olio di noce moscata è efficace anche nel trattamento dei crampi mestruali, dei dolori muscolari ed articolari, dell’artrite e delle piaghe, in quanto è un ottimo sedativo e antinfiammatorio.
 La noce moscata, inoltre, concilia il sonno; grazie alle sue proprietà antibatteriche elimina l’alito cattivo; essendo un antisettico cura il mal di denti e i dolori gengivali; l’olio di noce moscata è utile per la cura dei capelli crespi, donando un aspetto sano al capello; dona luminosità alla nostra pelle, rendendola liscia e compatta, riuscendo ad eliminare i punti neri e l’acne.


In quantitativi superiori a 5 grammi, la noce moscata può comportare una serie di effetti collaterali, la cui gravità varia in base alla sensibilità individuale, all’età e al sesso.
 Il seme può provocare nausea, vomito, febbre fino a disturbi psichici come allucinazioni visive, dovute alla presenza nella noce di due sostanze chimicamente simili alle anfetamine che portano ad effetti sovrapponibili a quelli causati dall’LSD. 
Per questo motivo nel ’900 veniva definita lo “stupefacente dei poveri”. 
Va conservata in luoghi freschi ed asciutti, al riparo dalla luce.

Led Zeppelin : Physical Graffiti


Nel 1975 venne pubblicato Physical Graffiti, il sesto album degli Zeppelin. 
Solo le prenotazioni del disco fruttarono alla band 15 milioni di dollari, con esordio direttamente al terzo posto nelle classifiche per quello che, a detta dei membri stessi della band, è il disco più "hard" da loro mai realizzato.
 A dire il vero le registrazioni dell’album erano iniziate molto prima, esattamente nel novembre del 1973, però John Paul Jones si ammalò e il tutto venne rimandato al febbraio dell’anno successivo. Inoltre, sebbene i quindici pezzi fossero pronti e mixati fin dal giugno del 1974, passò un ulteriore anno prima che il progetto del loro album doppio vedesse la luce nei negozi. 
Questo avvenne perchè il contratto quinquennale degli Zeppelin con l’Atlantic Records era scaduto, e i quattro musicisti erano impegnati nella fondazione della loro nuova compagnia musicale, la Swan Song.

 Inotrodotti gli aneddoti storici, parliamo più in dettaglio dell'album. Una citazione doverosa va sicuramente alla bellissima copertina, raffigurante un edificio americano, di tipo vittoriano, attraverso le cui finestre è possibile vedere varie immagini intercambiabili: fotografie di Lee Harvey Oswald e W.C. Fields si alternano con i ritratti dei Led Zeppelin in costume (scattati la notte in cui avevano erroneamente preso in giro Stevie Wonder).
 In quel periodo i Led Zeppelin si sentivano in gran forma e i nuovi pezzi vennero scritti quasi di getto.
 CUSTARD PIE venne ispirata da Shake ‘Em On Down di Bukka White, chitarra a mitraglia, gemiti d’armonica e un’atmosfera di volgarità, senza vergogna.
 La monumentale e drammatica KASHMIR era destinata a diventare il nuovo pezzo forte degli Zeppelin, chi non ha mai ascoltato questa canzone si perde un grossa fetta della storia dell’hard rock. 
IN THE LIGHT guarda di nuovo ad oriente, replicando il ronzio dell’armonium con la sovraincisione di chitarre suonate con l’archetto, lo shenai indiano e il testo descrivente la ricerca spirituale.
 IN MY TIME OF DYING era un vecchio spiritual, reinterpretato da Page con la sua bizzarra slide guitar, che preannuncia un decollo verso un rock duro e rapidissimo (per l’epoca). Il pezzo si conclude con Plant che implora Gesù, un’anomalia visto il repertorio della band. 
Altro grandissimo pezzo è TRAMPLED UNDER FOOT, che comincia con una parte di clavinet suonata da Jones e che ha una lirica che parla di una donna che viene paragonata ad un’automobile. Eccezionale qui la prova canora di Plant, veramente al di sopra delle righe.
 TEN YEARS GONE descrive il rimpianto dello stesso Robert per la sua prima ragazza. Questo è uno dei miei pezzi preferiti dell’album, con la sua atmosfera malinconica e dolce allo stesso tempo, dotata di un pathos che è secondo solo a quello di Kashmir. SICK AGAIN e THE WANTON SONG nacquero sostanzialmente come rifacimenti (e che rifacimenti!!!) di The Rover e The Crunge.


Parecchi gruppi del tempo, e non solo, si sarebbero baciati i gomiti per scrivere due pezzi del genere, che si riferivano entrambi allo stormo di ragazze che assediavano i Led Zeppelin.
 A questi otto nuovi brani furono aggiunti sette vecchi "scarti" remixati, al fine di realizzare quel doppio album che da anni Page voleva produrre. 
Il collasso chitarristico di BRON-YR-AUR e lo splendido panorama marino di DOWN BY THE SEASIDE risalgono entrambe alle sedute del 1970 per Led Zeppelin III, mentre NIGHT FLIGHT e la jam BOOGIE WITH STU (canzone fuori di testa) provengono dalle registrazioni del 1971 per il quarto album senza titolo.
 I tre pezzi rimanenti facevano parte delle sedute dell’anno prima. HOUSES OF THE HOLY  aveva dato il titolo all’album precedente del gruppo, pur senza apparire nella tracklist. 
BLACK COUNTRY WOMAN è una jam sciolta e improvvisata, su cui Plant declama la sua supplica più visionaria per l’unità, l’amicizia e gli ideali trascurati degli anni ’60. Infine la bellissima THE ROVER, che nella scaletta del disco è messa come secondo pezzo, con Custard Pie come primo, apre l’album in maniera potente e sublime (diciamo pure geniale). In definitiva è un album stupendo, che io reputo alla pari con il quarto, e se non avete mai ascoltato pezzi come Trampled Under Foot, In My Time Of Dying, Custard Pie, Ten Years Gone e soprattutto Kashmir, mi dispiace perché non conoscete veramente il vero valore dell’Hard Rock nella sua forma originale.


Note sulla copertina 

 Un doppio album, una copertina identica davanti e dietro: un palazzo con tante finestre.
 Questa copertina è tra le più importanti della storia del rock.
 La particolarità è che, i ritagli effettuati in direzione delle finestre sull'immagine del palazzo, permettevano ai diversi personaggi (tra cui i volti dei componenti della band, gatti, personaggi moderni e del passato, angeli, sequenze di film western, ecc..), di penetrare all'interno degli appartamenti.
 Presa da un'antica abitazione a St. Mark's Place a New York, questa copertina ha un profondo significato per il disco stesso.
 Da tempo Page affermava che i Led Zeppelin si stavano sforzando di trovare il perfetto equilibrio tra luce e ombra.
 Con "Physical Graffiti" riuscirono nel loro intento, e tutte quelle finestre e quei molteplici personaggi stavano ad indicare che era un disco pieno di sonorità diverse.
 Questa copertina, innovativa quanto geniale, ispirò anche altri artisti.

 
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