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giovedì 10 aprile 2014

Il gatto: storia, miti e leggende

Oramai è noto il fatto che il gatto, sopratutto quello nero, era considerato un alleato potente delle streghe. 
Questa credenza giunse in Europa intorno al X secolo. Il suddetto felino venne guardato male per vari motivi: lo sguardo fosforescente, il passo felpato, l'improvviso mutamento dell'umore. Oltre ad essere un alleato delle streghe a volte è stato considerato l'incarnazione del demonio e veniva usato dalle streghe per i loro sortilegi.
 Purtroppo durante il medioevo questo animale finì col subire la sorte delle streghe. 
Per esempio a Parigi la notte di San Giovanni in presenza del re si teneva il rogo dei gatti.
 

C'erano varie credenze in quest'epoca ad esempio si pensava che se si uccideva un gatto nero su un campo appena arato si otteneva un buon raccolto oppure seppellire dei gatti vivi nelle fondamenta di una casa rendeva le mura solide (si dice che la torre di Londra è stata costruita così) oppure che erano causa di malattie e pestilenze. Donald Engels, professore all'Università del Kansas, ha scritto nella sua "Storia del gatto" che questo animale ha difeso la civiltà umana per un lungo periodo proprio perché cacciatore di topi. 
Purtroppo nel medioevo, subendo uno sterminio, sembra decine di migliaia di esemplari, le difese contro i ratti vennero meno e questo fu uno dei motivi del dilagare delle epidemie di peste bubbonica che costò la vita a, circa, venti milioni di persone.


Il fatto che il gatto nero porti sfortuna, purtroppo ancora oggi molti credono in questo, trova le sue radici, così sembra, nel periodo in cui come mezzo di locomozione si usava la carrozza e le strade erano quasi se non totalmente buie.
 Capitava che un gatto attraversasse di colpo la strada e poiché non veniva visto, finiva sotto le ruote della carrozza. 
Ciò provocava un incidente in quanto i cavalli si spaventavano e si imbizzarrivano. 

Un'altra matrice è che quando c'era la pirateria turca e le navi arrivavano ad un porto di una città i marinai sbarcavano portandosi dietro un gatto nero, perché meno visibile, e quindi si iniziò ad associare la presenza di questi mici con l'arrivo dei pirati e quindi della sventura.

 Il primo documento ecclesiastico ufficiale che indica il gatto come l'incarnazione del maligno è del 1233 per opera di Gregorio IX. Nella bolla Vox in Roma, il papa avvallava lo sterminio dei gatti e dei loro padroni.

 Nel 1400 Papa Innocenzo VIII scomunica i gatti e nella sua bolla papale, "Summis desiderantes", decretò misure severissime contro maghi e streghe.
 I principi di questa bolla sono racchiusi nel famoso Malleus Maleficarum, o martello delle streghe, pubblicato la prima volta nel 1486.
 C'era scritto, per esempio, che se una persona si occupava di uno o più gatti era dedita al maligno e se c'era anche la presenza di scope il rogo era certo.
 Il gatto venne considerato un animale sinistro perché di notte è molto difficile da vedere: spiccavano solo gli occhi che brillavano. In quei tempi non si sapeva che gli occhi felini riflettono la luce per la struttura cristallina situata dietro la retina.
 Inoltre questo animale è molto sensibile ed è in grado di percepire i cambiamenti di umidità nell'aria e perciò è capace di prevedere i cambiamenti del tempo e lo comunica strofinandosi dietro le orecchie. 
Questa abilità anziché diventare un aiuto per i contadini divenne una caratteristica demoniaca.
 Purtroppo Satana era anche detto principe dell'aria. 

Altro fattore che contribuì alla maldicenza è derivato dal pelo. Questo assorbe molta energia ed emana una notevole carica elettrostatica, soprattutto il pelo nero, e viene rizzato quando il micio è spaventato, per gonfiarsi e sembrare più grosso. Contemporaneamente l'animale inizia a soffiare ed emanare sibili. Questo comportamento venne considerato tipicamente malefico e pauroso.


Infine il periodo medioevale è connotato dall'odio e le battaglie contro il mondo arabo e, fatalità , nell'Islam oltre a essere molto puliti, infatti i musulmani praticavano varie abluzioni, il gatto era un animale molto amato per la sua intelligenza.
 Giustamente il mondo cattolico trovò il comportamento del nemico sbagliato e quindi assunse atteggiamenti e credenze opposte. 

Bisogna aspettare l'illuminismo per mettere fine a tutto questo. 
Anzi si capì che molte malattie furono causate non dalla presenza dei gatti ma, al contrario, dal loro sterminio.
 Pian piano il gatto riprese il suo ruolo di animale domestico vezzeggiato ed amato. 
Purtroppo visse un altro periodo negativo durante le guerre. E' risaputo che molti gatti finirono nei piatti di più famiglie perché scarseggiavano molte fonti alimentari.

I canti d'amore kamikaze delle rane tungara


Che cosa non si farebbe per amore.
 I maschi di rana tungara (Engystomops pustulosus) che popolano le zone stagnanti delle foreste centroamericane, sono disposti persino a rischiare la pelle, pur di richiamare l'attenzione della partner. 
 I loro canti producono infatti vibrazioni che mettono i pipistrelli, loro naturali predatori, sulle tracce dei romanticoni.
 È quanto si legge in uno studio pubblicato su Science. 
 Queste rane hanno sviluppato una grande laringe in grado di produrre suoni molto forti e profondi. 
Per produrre i richiami inoltre, utilizzano una sacca vocale che gonfiano e sgonfiano riciclando l'aria fino alla fine del verso. Due sono i tipi di chiamate per lusingare le partner: la prima, più semplice, è simile ad un lamento; la seconda è arricchita di schiocchi che, se da un lato garantiscono migliori possibilità di successo, creano anche minuscole onde sull'acqua (simili a quelle che si formano intorno a un sasso lanciato).
 La rumorosa corte non è però priva di rischi.
 I movimenti dell'acqua attirano i pipistrelli della specieTrachops cirrhosus, che hanno sviluppato la capacità di individuare, con l'ecolocazione - la capacità di emettere suoni e rilevare gli echi da essi prodotti - le increspature prodotte dai canti. 

I ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute hanno verificato che, riproducendo il canto delle rane in diverse piscine, alcune con onde e altre senza, i pipistrelli si avvicinano alle acque agitate il 36,5% delle volte in più.
 È la prima volta che una specie di pipistrello mostra di saper individuare anche le basse frequenze sonore emesse dalle rane.
 Dal canto loro, gli anfibi sanno di rischiare grosso e quando sentono approssimarsi il nemico, smettono di cantare e si immergono in acqua (spesso troppo tardi, però).


Elisabetta Intini

Il miraggio è un'illusione ottica naturale (fenomeno ottico).



Esso si verifica quando i raggi del Sole incontrano uno strato d'aria più calda rispetto agli strati sovrastanti dove l'aria più fredda è di densità maggiore. Così i raggi di luce subiscono una riflessione totale ed è possibile vedere le immagini come se fossero veramente riflesse al suolo.



MIRAGGIO INFERIORE
 È il tipo di miraggio che viene osservato più di frequente. Ad esempio se ci troviamo nel deserto possiamo vedere il riflesso del cielo sul terreno sabbioso in lontananza e pensare erroneamente di scorgere un lago; ancora, se ci troviamo d'estate a percorrere una strada asfaltata, può capitare di vedere il riflesso delle macchine in lontananza sull'asfalto e si ha l'impressione che vi sia una pozzanghera che riflette gli oggetti sufficientemente distanti. Questo fenomeno ottico si spiega in maniera relativamente semplice con i principi dell'ottica ed in particolare con quelli della rifrazione. Si ha un miraggio inferiore se gli strati di aria più prossimi al suolo sono molto più caldi (e quindi meno densi) rispetto agli strati superiori. In tal caso si ha che l'indice di rifrazione dell'aria calda è minore di quello dell'aria fredda e perciò se consideriamo un raggio proveniente da oggetti relativamente lontani (che quindi formano un angolo con l'orizzontale inferiore all'angolo critico) questo raggio viene riflesso totalmente verso l'osservatore che può quindi osservare una immagine capovolta e posizionata al di sotto dell'oggetto originale dando l'effetto che vi sia una pozzanghera che consente all'oggetto di specchiarsi.

MIRAGGIO SUPERIORE

Miraggi più spettacolari sono quelli superiori, prodotti da una inversione di temperatura all'altezza degli occhi dell'osservatore. In questo caso l'immagine appare riflessa superiormente. È possibile vedere oasi che in realtà si trovano oltre l'orizzonte, così come navi capovolte in lontananza. In questo caso gli strati d'aria a contatto col suolo devono essere molto più freddi di quelli al di sopra degli occhi dell'osservatore. Se ciò si verifica si ha una riflessione totale dovuta alla rifrazione dei raggi degli oggetti distanti che, passando da un mezzo di trasmissione freddo (maggiore indice di rifrazione) a uno più caldo (minore indice di rifrazione) possono soddisfare la condizione di riflessione totale. L'osservatore a questo punto può vedere riflessi in cielo oggetti molto lontani o addirittura ancora al di là della linea dell'orizzonte.

FATA MORGANA 


Questo fenomeno ottico si verifica quando i raggi di luce sono fortemente incurvati dal passaggio attraverso strati d'aria a temperature diverse, in condizioni di inversione termica, in cui la transizione tra gli strati è caratterizzata da un brusco gradiente termico, con la formazione di un condotto atmosferico.
Infatti, in condizioni di tempo sereno, può capitare che uno strato d'aria molto più calda sovrasti uno strato di aria più fredda: in questo caso, la differenza tra gli indici di rifrazione può dar luogo alla formazione di un condotto atmosferico che agisce come una lente di rifrazione, producendo una serie di immagini sia dritte che invertite.
Perché si verifichi il fenomeno della Fata Morgana non è sufficiente l'esistenza dell'inversione termica, ma è richiesta anche la simultanea formazione di un condotto atmosferico, e questo dà conto della relativa eccezionalità del fenomeno ottico. Si tratta dunque di un effetto dovuto alla particolare distribuzione dell'indice di rifrazione della luce del sole in diversi strati d'aria e quindi per certi versi analogo al miraggio.
La differenza consiste nel fatto che fino ad una certa altezza l'indice di rifrazione assume un valore crescente con essa per poi tornare a diminuire, per questo a differenza del miraggio le immagini sono molto mutevoli e deformate, difficilmente riconoscibili. Per spiegare tale fenomeno è sufficiente immaginare che la luce proveniente da un punto viene distribuita in verticale, gli oggetti in lontananza assumono le sembianze di torri, pinnacoli, obelischi.

Simon & Garfunkel - The Sound of Silence

Famiglie italiane........Attenzione





Nella famosa proposta di riforma del Lavoro, il tanto chiacchierato "Jobs Act", infatti, è indicata, nell'ultima pagina, una frase eloquente che non sembra dare adito a dubbi sulle azioni da intraprendere.
Viene, infatti, scritto: "Abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare".
A questo proposito, cominciano ad arrivare pesanti critiche a questa ventilata abolizione della detrazione per il coniuge: il Forum delle associazioni familiari inveisce contro l’iniziativa ministeriale descrivendola come "una scelta che lascia interdetti per le valenze sociali e culturali che porta con sè".
C'è chi insorge, soprattutto, perchè già immagina le situazioni familiari che si verranno a creare: la moglie sarà costretta a lavorare e ad usare quei pochi soldi guadagnati per pagare una colf o una baby sitter che svolga il suo attuale lavoro di casalinga.
«Niente più detrazioni per il coniuge a carico: è scritto tra le pieghe della più becera ambiguità del cosiddetto Jobs Act,
LEGGE DI DELEGA al governo, attualmente al vaglio del Senato».
«un vero e proprio blitz sulla fondamentale detrazione per coniuge a carico, sostituito con un improbabile ed incostituzionale tax credit» che riduce «enormemente la platea dei beneficiari!».
«Interpretando questa strana normativa si scopre» ad esempio che «una coppia senza figli o senza figli minori, perderebbe la detrazione, che invece oggi spetta».
E le «categorie che si troverebbero scoperte sono per lo più proprio quelle alle quali sono stati promessi i famosi 80 euro in busta paga». Pensiero mio
Tutta l'Europa plaude alle riforme di Renzi
Proprio per questo io sento un forte odore di bruciato

Howard Hughes , tra genio e follia

“C'è troppo Howard Hughes in Howard Hughes; è questo il problema".
 Così dice Cate Blanchett, interpretando Katharine Hepburn, nel film di Martin Scorsese “The Aviator”, dedicato proprio all’imprenditore americano.


Howard Robard Hughes, Jr. (Humble, 24 dicembre 1905 - Houston, 5 aprile 1976) è stato l’espressione del sogno americano diventato un’incubo, eppure capace di penetrare nella memoria collettiva aleggiando come una figura mitica ben oltre la sua morte. 
Sarebbe troppo facile ricordarlo solo perché è stato un ricco magnate finanziario, l’uomo più ricco degli Stati Uniti tra gli anni ’30 e ’40; Hughes risultava senz’altro egocentrico e contraddittorio, ma possedeva anche una forte genialità che ha cercato di immettere in ogni singola passione: le belle donne, il cinema e l’aviazione. Proprio queste passioni spesso hanno finito per coincidere, confluendo in grandiosi progetti dall’alto costo realizzativo che più volte lo hanno costretto a dar fondo a tutte le risorse economiche di cui disponeva.
 Celebre rivoluzionario che incarnava perfettamente il desiderio di una nazione intera, non abbandonò mai il sogno di creare modelli aerei sempre più avveniristici; costruì l'aereo più grande del mondo, quasi tutto in legno in mancanza di alluminio, il celebre Hughes H-4 Hercules, volò solo una volta e attualmente esposto in Evergreen Aviation Museum. 
 Non ebbe purtroppo fortuna sul mercato aeronautico statunitense, tacciato dal senatore Brewster di attività illecite legate alla compagnia.
 In quel periodo Hughes, affetto fin da bambino di disturbi mentali di tipo ossessivo-compulsivo, aveva deciso di rinchiudersi volontariamente all’interno della propria villa: circondato soltanto di fazzoletti sparsi ovunque sul pavimento, oppresso nella sala di proiezioni private dentro la quale si muoveva completamente nudo e sorretto da un bastone, irriconoscibile per via di barba e capelli cresciuti a dismisura, decise di presentarsi dinnanzi all’apposita commissione ribattendo colpo su colpo quelle accuse infondate.

 

Hughes, del resto, non è mai stato un bugiardo: nato a Humble la vigilia di Natale del 1905, allevato da una madre severa e maniacale, ereditò una grossa fortuna appena diciottenne in seguito alla morte del padre, ritrovandosi a capo di una potente compagnia petrolifera; soffrendo però di misofobia, la paura dei germi, fu costretto progressivamente a curarsi in numerose cliniche private, diradando le sue apparizioni in pubblico ma alimentando un mito costantemente in crescita.
 Per Hughes, presentarsi di fronte ad una folla in delirio sotto il peso dei flash fotografici, era un forte sforzo di autocontrollo; alle volte riusciva a nascondersi, mentre in altre circostanze finiva per ripetere frasi sconnesse all’infinito senza possibilità di fermarsi
.

Nemmeno Rita Hayworth, una delle donne da cui si sentì maggiormente attratto, fu capace di guarirne gli scompensi psichici: Hughes, guardandosi allo specchio dopo aver ottenuto dall’attrice un appuntamento a lungo desiderato, si ritroverà a parlare da solo per ricadere nuovamente nel solito tunnel di schizofrenia paranoica. 
 Pur essendo una personalità autodistruttiva, riuscì ad incarnare comunque alla perfezione il modello del Self Made Man americano: ne diede dimostrazione al mondo nel 1930, alla prima presentazione ufficiale del suo debutto dietro la macchina da presa, intitolato “Gli angeli dell’inferno”.
 Arrivò davanti ai giornalisti abbagliato da numerosi scatti pubblicitari, scortando come al solito una bellissima ragazza dalla capigliatura dorata, godendosi il trionfo del clamore suscitato dalla propria pellicola. 
Quest’ultima era un inno all’aviazione realizzato dal suo più fedele appassionato: un’opera girata con tecniche sperimentali, in cui le sequenze aeree vennero riprese dal vero.


Diverse sono le ragioni per cui passò alla storia: anzitutto l’uso del termine kolossal, che inaugurò la stagione delle grandi produzioni hollywoodiane; il costo spropositato, impensabile per l’epoca (quasi 4 milioni di dollari); infine le oltre 500 ore di negativo, record attualmente imbattuto.
 Hughes però non si accontentò di questo: inizialmente pensato per l’epoca del muto, il progetto venne totalmente rimontato con l’avvento del sonoro, in una sincronizzazione approssimativa che non impedì comunque di garantire incassi molto soddisfacenti. Hughes fu regista soltanto di un altro lungometraggio, “Il mio corpo ti scalderà”, datato 1943; il film segnò il debutto sullo schermo della sensuale Jane Russell, in un western atipico che spostò l’attenzione dai cavalli alle forme provocanti della sua protagonista, vestita appositamente con abiti succinti e sensuali.
 Proprio per questo la pellicola incontrò noie con la censura, a causa del Codice Hays che regolamentava gli standard di moralità in ambito artistico.
 Ancora una volta, Hughes non si scoraggiò: intraprese una lunga battaglia estenuante ed accese un forte dibattito in tutto il Paese, riuscendo finalmente ad ottenere l’autorizzazione per una proiezione completa nel 1946.
 Fu a causa di simili dissidi, che Hughes venne spesso escluso preventivamente dalla corsa agli Oscar; nonostante questo, le sue produzioni ottennero sempre incassi considerevoli e lo portarono perfino a diventare il proprietario della prestigiosa compagnia cinematografica RKO: costretto dalle leggi antitrust, dovette però cederne i diritti nel 1955. 
Il fatto però che Martin Scorsese, nel 2004, abbia voluto omaggiarlo con un film in grande stile interpretato da Leonardo Di Caprio, è la migliore dimostrazione del mito durevole di Hughes sullo schermo e attraverso tutta l’industria americana.


In precedenza, ci avevano pensato Oliver Stone e Brian De Palma a dedicargli “Scarface”, rifacimento del classico “Lo Sfregiato” (1932), gangster di efferata violenza finanziato dallo stesso Hughes. Ancora oggi, del resto, migliaia di persone viaggiano regolarmente per gli Stati Uniti utilizzando le linee aeree da lui create: segno che il mito resiste saldamente perché, nonostante l’impero economico a disposizione, seppe comunque ritagliarsi i suoi trionfi solo grazie a straordinarie qualità personali. 
E fu proprio a seguito di un incidente aereo, il 5 Aprile 1976, che trovò la morte Howard Hughes: ma forse, per quest’ultimo, quella potrebbe essere la testimonianza di una passione capace di condurlo nell’Olimpo degli Intoccabili. 

 Gabriele Fagioli. http://venividivici.us/

Shimshal Lake: il lago a forma di cuore


Shimshal Lake è uno straordinario lago a forma di cuore. Si trova nelle vicinanze del villaggio di Gojal, in Pakistan, nella zona della valle di Hunza. 
Si tratta di un'area molto remota, ai confini con la Cina, che ospita circa 2000 persone.
 L'accesso stradale all'area è possibile soltanto dal 2003, grazie alla conclusione di un progetto che aveva avuto inizio nel 1985.


La bellissima Valle di Shimshal costeggia una delle straordinarie catene montuose del Pakistan ed è impreziosita dalla presenza dello Shimshal Lake.
 Sul versante meridionale della valle si trovano alcuni dei ghiacciai più estesi del mondo. 
La formazione del lago a forma di cuore è dovuta allo scioglimento dei ghiacciai.
 Le loro acque raggiungono il bacino del lago attraverso fiumi e ruscelli che si formano con l'innalzamento delle temperature. L'area di Shimshal Lake è un vero e proprio punto di approdo per gli uccelli migratori e per la fauna acquatica. 
Il lago a forma di cuore, che localmente viene chiamato Shuvort, si estende su di una superficie di 32 chilometri quadrati e si trova a 4255 metri di altitudine.
 La sua collocazione è a circa 40 chilometri a nord-est del villaggio di Shimshal.
 La popolazione locale appartiene all'etnia degli Wakhi. La loro cultura e le loro tradizioni sono uniche in Pakistan. Nel corso del tempo sono rimaste intatte e non sono state influenzate dalla cultura occidentale, come invece è avvenuto in altre aree del Paese.


Come da tradizione, ogni anno, nel mese di maggio la popolazione di Shimshal si reca nei pascoli ad alta quota del Pamir con il proprio gregge di capre, yak e pecore, per un periodo di cinque mesi.
 La popolazione locale vive infatti soprattutto di pastorizia.


Per sei mesi all'anno, quando le acque di laghi e fiumi non sono ghiacciate, gli abitanti hanno a disposizione l'elettricità per lo svolgimento di attività legate alla pastorizia e all'artigianato, grazie all'energia idroelettrica. 

 Marta Albè
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