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mercoledì 10 settembre 2014

Rivoluzione Francese: lo spietato Saint-Just

Una delle anime più nere della Rivoluzione Francese, fu il giovane Saint-Just, che nel suo breve ma intenso percorso politico non mancò di distinguersi per ferocia e mancanza di compassione, prima di finire lui stesso triturato da quel perverso meccanismo di violenza che aveva contribuito a creare e ad alimentare.
Louis Antoine Léon de Richebourg de Saint-Just, più noto come Louis Antoine de Saint-Just (Decize, 25 agosto 1767 – Parigi, 28 luglio 1794), è stato un rivoluzionario e politico francese.
Fu tra i principali artefici del Terrore durante la Rivoluzione Francese 

Non lasciatevi ingannare dai lineamenti delicati del volto che vedete nel ritratto riportato in foto: Louis Antoine Léon de Richebourg de Saint-Just, nato nel 1767, è passato alla Storia come una delle anime più violente e ciniche della Rivoluzione Francese, tratti caratteriali che gli valsero il poco edificante appellativo di Angelo della Morte, in riferimento alla facilità, e potremmo dire alla spietatezza, con cui mandava al patibolo gli oppositori politici o chi osava intralciarne il sanguinoso cammino.
Giacobino convinto, amico fidato e strenuo difensore di Robespierre, rappresentò il volto più estremista del partito, in parte per convinzione ideologica, in parte per l’indole fin troppo irruenta e per la giovane età (era ventenne allo scoppio della Rivoluzione), caratteristiche che fecero presa sui deputati e soprattutto sul popolino, spesso ansioso di godere di spettacoli cruenti, sul quale esercitò un indubbio carisma.
Distintosi durante il processo all’ex re Luigi XVI per la foga con cui ne aveva chiesto la condanna, riuscì in seguito a mettersi in luce fino ad essere eletto Presidente della Convenzione, dove non deluse le aspettative dei più facinorosi, ordinando una lotta spietata contro le opposizioni. Saint-Just fu uno degli ideatori e poi massimi difensori del Terrore, il momento in cui giudizi sommari e soprusi rivoluzionari toccarono l’apice, ma anche un punto di non ritorno che finì per ritorcersi contro i suoi stessi artefici; nell’arco di tempo di pochi mesi, a Parigi furono messi a morte migliaia di cittadini innocenti, e un clima di continua paura si impadronì della città.
Una situazione del genere non poteva andare avanti a lungo, e finalmente le opposizioni osarono ribellarsi all’ odioso strapotere di Robespierre e seguaci e agli orrori perpetrati dal Comitato di Salute Pubblica: durante una seduta alla Convenzione, all’Avvocato di Arras fu prima tolta la parola e poi ne venne ordinato l’arresto insieme a Saint-Just e allo sparuto gruppo di fedelissimi.
Liberati da una piccola folla di popolani, i robespierristi riuscirono a chiudersi in Municipio, dove però furono stanati nottetempo dalle milizie della Convenzione; da quel momento, sfuggire al proprio destino divenne impossibile.
Il 24 Luglio del 1794, Saint-Just, appena ventisettenne, condivise la sorte dell’amico e collega Robespierre, insieme al quale fu costretto a salire i gradini di quella stessa ghigliottina che con estrema leggerezza e inaudita crudeltà entrambi avevano in passato riservato a tanti avversari politici e comuni cittadini
(Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: antoine-saint-just.fr e ellaine.deviantart.com).

La mozzarella di bufala fa male alla salute...dei bufali


La produzione della mozzarella di bufala, come degli altri latticini e degli altri derivati animali in genere, comporta necessariamente l'oppressione, la tortura e l'uccisione di un immenso numero di animali. 
In questo caso, per ovvie ragioni, l'industria non ha bisogno dei maschi, un inutile peso da mantenere, e quindi la "norma" vuole che i bufalini, fatti nascere per forzare la madre a produrre il latte necessario per la lavorazione della mozzarella - latte spettante per natura a loro e solo a loro - vengano immediatamente strappati alla madre e abbandonati nei campi, buttati nei fossi, soffocati con la paglia, seppelliti ancora vivi o lasciati vagare fino alla morte per inedia. 
Questa orribile morte tocca sistematicamente loro poiché i genuini italiani, i raffinati francesi e gli operosi giapponesi devono gustarsi questa bontà nostrana, tipicamente campana, e tante famiglie di onesti allevatori, cioè di onesti torturatori istituzionalizzati, devono mantenere le proprie oneste famiglie, rifornendo i propri onesti figli di automobili e cellulari e pagare onestamente le tasse.

Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica): 
 12 marzo 2002 
 Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada.
 Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. 
Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone.
 L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono".
 Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. 
Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa.

 Fonte : http://walrus81.giovani.it/

Stop ai fondi UE per gli allevamenti di tori destinati alle corride


 Tra poco potrebbe essere realtà: i membri della commissione Ambiente del Parlamento europeo hanno votato per fermarli. Si tratta dell'emendamento numero 6334 presentato da Bas Eickhout (Verdi / Alleanza libera europea), adottato dopo che i deputati hanno votato in 29 a favore e in 11 contro.

Nello storico provvedimento si legge:
"gli stanziamenti non possono essere utilizzati per sostenere l'allevamento o di allevamento di tori utilizzati per le attività letali di tauromachia".
Il motivo?
 La convenzione europea per la protezione degli animali da allevamento (Direttiva del Consiglio 98/58/EC) dichiara che gli animali non devono subire alcun dolore, ferita, paura o stress. E' chiaro che queste condizioni sono disattese per quanto concerne i tori destinati alle corride. Pertanto, gli allevamenti di tori non possono essere inseriti tra i destinatari della PAC (politica agricola comune).

La Humane Society International ha accolto con favore il voto e 
invita tutti i deputati a schierarsi contro questa pratica sanguinosa. Joanna Swabe, direttore di HSI UE ha detto :

"La corrida è crudele, è uno sport sanguinario obsoleto, che provoca immense sofferenze agli animali. Quindi siamo lieti che i membri della commissione ENVI abbiano preso questa decisione compassionevole di votare contro la possibilità che il denaro dei contribuenti europei venga incanalato verso il settore della corrida che trae benefico dalla crudeltà. Ora esortiamo tutti i deputati a prendere posizione contro l'abuso che i tori soffrono in nome del divertimento, e chiedere loro di sostenere questo emendamento quando verrà votato nella prossima sessione plenaria".

Il bilancio della commissione ENVI, infatti, verrà considerato dai membri del Parlamento europeo in occasione della prossima seduta plenaria, che si terrà a Strasburgo durante la settimana del 15 settembre. A dare la notizia in Italia è stata Per Animalia Veritas,che aggiunge:
"noi siamo contrari alla PAC stessa, laddove destinata agli allevamenti, ma ci sembra un eccellente inizio per interrompere almeno queste pratiche scandalose". 
Roberta Ragni

Avanti come i gamberi

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