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venerdì 10 febbraio 2017

Il granchio boxer e gli anemoni di mare


Quando rimani senza un alleato, creane un altro!
 È quello che fanno i granchi del genere Lybia, noti anche come granchi boxer.
 Questi crostacei hanno sviluppato un comportamento mutualistico con gli anemoni di mare, che impugnano tra le chele, tenendoli come fossero pompon.
 I tentacoli urticanti di queste creature servono sia come armi di difesa contro i predatori, sia per procurare cibo ai crostacei: basta sferrare un colpo alle prede con le chele così adornate, per metterle al tappeto e procurarsi la cena.


Gli anemoni sono per i granchi boxer così essenziali che i crostacei ingaggiano vere e proprie battaglie per sottrarseli quando mancano. Chi perde rischia di restare senza armi per cacciare, e deperisce. Non solo: da tempo gli scienziati sospettavano che i granchi rimasti senza un pompon dividessero l'altro a metà, per tornare ad averne due. 
 Ora Yisrael Schnytzer e Ilan Karplus (Bar Ilan University, Tel Aviv) sono riusciti a filmare il granchio boxer mentre "clona" l'anemone residuo, con una sistematica operazione chirurgica (vedi il video qui sotto).

 

La divisione dura una ventina di minuti: il granchio tende l'anemone rimasto tra le chele e lo taglia a metà con le zampe. Poiché l'anemone può rigenerarsi, ciascuna delle due metà diviene un organismo autonomo a sua volta.
 Il sospetto è che anche questa creatura tragga beneficio dal rapporto con i granchi: forse i crostacei ne accelerano la riproduzione. 

 Fonte: focus.it

La matrioska: le origini, la storia, il significato simbolico


La matrioska, o matriosca, è il souvenir russo per eccellenza. Molti di voi avranno visto almeno una volta questa famosa bambola russa in legno che racchiude in un unico contenitore numerosi personaggi. 
 Possiamo definire la matrioska come un’insieme di bambole che si compone di pezzi di diverse dimensioni. 
Ogni pezzo della matrioska è inseribile in quello di formato direttamente più grande. 
Le matriosche tradizionali sono in legno dipinto. Quando le matriosche sono dipinte a mano, non ne esiste una uguale all’altra. In una matrioska la bambola più grande si chiama madre mentre il pezzo più piccolo si chiama ‘seme’. 
Ogni pezzo della matrioska – tranne il seme che è un pezzo unico – è suddiviso in due parti apribili e richiudibili. 

 Le origini

 La matrioska è il simbolo dell’arte popolare russa più conosciuto nel mondo.
 Le origini della prima matrioska vengono fatte risalire alla fine del Diciannovesimo secolo. 
Proprio a questo periodo apparterrebbe la prima matrioska realizzata in legno come la conosciamo oggi. 
L’inventore della matrioska fu Savva Mamontov (1841–1918), fondatore del circolo artistico di Abramcevo. 

 Il riconoscimento della matrioska come simbolo della Russia approvato da tutto il mondo avvenne in occasione dell’Esposizione mondiale di Parigi nell’anno 1900, quando la matrioska e la sua popolarità furono premiate a livello internazionale.
 Le origini della matrioska come la conosciamo oggi potrebbero essere legate alla tradizione artigianale giapponese, ma può comunque essere che le due culture si siano influenzate a vicenda. La matrioska più grande del mondo è stata costruita nel 2003 negli Stati Uniti ed è composta da 51 pezzi.

 La storia 

 La prima matrioska nacque nella seconda metà dell’Ottocento nel laboratorio artistico di Savva Mamontov che voleva far rifiorire l’arte popolare dei contadini e degli artigiani russi. 
Allestì nel proprio laboratorio artistico delle bambole per bambini di diverse fogge, ognuna delle quali indossava un abito tradizionale legato ad un Paese del mondo.
 L’idea per creare la prima matrioska nacque dall’osservazione di un oggetto in legno che Mamontov aveva fatto arrivare dal Giappone.
 Si trattava della raffigurazione un saggio del buddhismo che racchiudeva al proprio interno altre quattro figurine. 
Secondo i giapponesi il primo personaggio di quel genere fu creato però proprio da un monaco russo. 
 Ricordate le scatole cinesi che si inseriscono una dentro l’altra? Proprio dalle famose scatole cinesi potrebbero essere nate le idee sia per la matrioska russa che per la creazione della rappresentazione del personaggio giapponese. 
Potrebbe esservi una parentela lontana tra la matrioska e la kokeshi giapponese - con riferimento alla Cina per entrambe - anche se queste due bambole oggi sono molto diverse tra loro.
 La costruzione della prima matrioska da otto pezzi come la conosciamo oggi viene attribuita a Vasilij Petrovič Zvëzdočkin.


Per molto tempo il procedimento per realizzare la matrioska è stato mantenuto segreto per evitare i plagi.
 La creazione della matrioska richiede una lavorazione del legno molto attenta e precisa. Il legno che viene scelto e che può rimanere accatastato a lungo deve essere ben controllato perché non deve marcire.
 La prima parte della matrioska ad essere realizzata è la più piccola, cioè l’ultima bambolina più interna che non si può più dividere. Una volta creato il pezzo più piccolo si realizza il successivo, leggermente più grande in modo che possa contenere il precedente e così via.
 Una matrioska è composta da un minimo di 3 bambole fino ad un massimo di 60.


Il significato simbolico 

 La parola matrioska ha un collegamento con la parola latina mater. Matrioska è una parola russa utilizzata come diminutivo del nome Matrena, letteralmente 'matrona', come capofamiglia femminile in una società matriarcale.
 La matrioska rappresenta simbolicamente la figura materna e la generosità ad essa correlata con un collegamento alla fertilità della terra e della donna.
 Le otto piccole bambole che componevano la prima matrioska rappresentavano, in ordine di grandezza, una madre, una ragazza, un ragazzo, una bambina, un bambino fino all'ultima figura, quella di un neonato in fasce. 

 La matrioska nasce come la raffigurazione di una variopinta contadina russa, dipinta con colori sgargianti e agghindata con abiti tradizionali, con la testa coperta da un fazzoletto a fiori. 
 Nella matrioska tradizionale erano contenute cinque contadinelle, un ragazzo, un bambino e un neonato, con evidente riferimento alla maternità e alla fecondità generatrice. 
 Nel corso del tempo i personaggi rappresentati dalle matrioske sono rimasti identici nel caso della matrioska classica ma sono cambiati se prendiamo in considerazione le numerose varianti sul tema. 
 Ad esempio alcune matrioske sono state realizzate per rappresentare personaggi delle favole o protagonisti dei grandi romanzi russi.
 Le matrioske sono state utilizzate anche come rappresentazione di personaggi politici sia in contesti dal tema storico sia in senso ironico, con matrioske che ad esempio hanno le fattezze di politici come Stalin, Lenin e Putin.


Un’interpretazione interessante del significato simbolico della matrioska la troviamo nella commedia Trois et Une di Demys Aniel, dove si dice che in ogni donna sono contenute tante donne diverse, ognuna con la propria personalità, una dentro l’altra proprio come nelle famose bambole russe. 

 Il simbolo della matrioska è stato inoltre associato alle caratteristiche variegate dell’Unione Sovietica che si dispiegava tra paesaggi rurali e tecnologia, tra vita in campagna e viaggi nello spazio. 

 Alla figura della matrioska sono stati associati anche dei riferimenti all’uso del linguaggio e alla letteratura, con esempi come le tecniche del ‘racconto nel racconto’ per la costruzione di un testo e della ‘figura nella figura’ per quanto riguarda le opere d’arte.
 Si parla di matrioska anche per fare riferimento ad un testo composto da più livelli che interagiscono tra loro, come ha spiegato Dino Buzzati in “Una bambola russa”. 
 Ricorre spesso nella letteratura italiana e non la figura della matrioska ancora una volta per indicare una donna dalle mille personalità. 

 Nella cultura russa la matrioska viene utilizzata anche per rappresentare le dinamiche delle famiglie molto numerose, tra nonne, bisnonne, zii, nipoti e pronipoti. 
 In particolare la matrioska è il simbolo della matrona russa come donna forte che è in grado di tenere le fila di tutta la famiglia. Questa matrona all’interno della famiglia di riferimento può essere una nonna, detta ‘babushka”.
 Possiamo inoltre vedere la matrioska come una donna che ha dato alla luce molti figli. La sua forma tondeggiante ricorda quella di un uovo, tipico simbolo della fertilità nella cultura popolare e anche della riproduzione, sin dai tempi più antichi. 
 Tra i vari significati ad essa attribuiti, la matrioska inoltre è un modo per dominare lo spazio, perché contraddice il fatto che uno stesso luogo non possa essere occupato da più di un oggetto.
 In generale le matrioske tendono a commemorare la famiglia russa numerosa come base della società tradizionale o la storia politica del passato del Paese. 

 In Russia chi desidera una matrioska personalizzata può far raffigurare sulla popolare bambola se stesso e la propria famiglia. 

 Marta Albè
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